VISTI O RIVISTI PER VOI.“FATHER MOTHER SISTER BROTHER”  di Jim Jarmusch

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di Maria Antonella Pratali

Vincitore del Leone d’Oro all’82°Mostra del Cinema di Venezia, il film svela la complessità dei legami famigliari attraverso tre episodi apparentemente scollegati, ma che in realtà affrontano le stesse tematiche da tre punti di vista differenti. 

Ambientate in luoghi lontani tra loro (New Jersey, Dublino, Parigi), le tre vicende sono legate da un unico filo rosso, che si palesa attraverso elementi che si ripetono in ciascuna di esse, fungendo da simboli ricorrenti: il colore rosso, che sembra segnare momenti di rivelazione o di passaggio, gli skaters, che sfrecciano come spiriti solitari su strade deserte, a rappresentare la ricerca di libertà e, al contempo, l’isolamento, il contrasto tra l’urgenza del movimento e la solitudine interiore. Anche il Rolex, con il suo potere simbolico di status e tempo, appare come un oggetto che muta significato a seconda delle circostanze: da un lato un simbolo da ostentare, dall’altro da nascondere. La presenza dell’acqua (acqua da bere, il tè, il lago) diventa un elemento purificatore ma anche una metafora: la domanda ricorrente “ma si può brindare con l’acqua? /con il tè?” sottolinea che il brindisi tradizionale, simbolo di unione, viene svuotato di significato, perché manca la vera connessione emotiva.

Infine l’espressione “Desolandia” sembra condensare l’idea di un luogo in cui la solitudine è sovrana, dove le emozioni sono ostacolate dall’incapacità di dialogo e di affetto genuino. 

In tutti e tre gli episodi l’assenza è la vera protagonista: l’assenza di uno o più membri della famiglia, l’assenza di rapporti sinceri, l’assenza di affetto e protezione.

Nei primi due episodi, l’assenza è l’abisso emotivo che separa i protagonisti, mentre l’ultimo episodio segna una rottura rispetto a questa tematica: qui, finalmente, l’affetto emerge in tutta la sua profondità; dopo la morte improvvisa dei genitori, due fratelli si ritrovano per fare i conti col passato e ripercorrere la loro storia attraverso le foto di famiglia. L’amore dei genitori e l’affetto fraterno non vengono mai interrotti, nonostante le distanze fisiche.

È in questo episodio che la famiglia si palesa nella sua forma più autentica. I genitori, lontani dalle convenzioni e dalle aspettative sociali, hanno educato i figli alla libertà, all’anticonformismo e all’indipendenza, insegnando loro che l’affetto non ha bisogno di vincoli o di adeguamenti a regole tradizionali non scritte.

La famiglia, in questo caso, è un luogo di affetto che non conosce ricatti e costrizioni, un rifugio dove la vera connessione non è mai stata dimenticata. 

La liberazione da ciò che è imposto e la ricerca di autenticità diventano un legame che unisce, suggerendo che l’amore vero nasce dalla libertà di essere se stessi, senza paura di svelarsi, ma riconoscendo nell’altro un individuo diverso da noi, libero e unico.

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