Parte oggi la settimana di mobilitazione indetta da Cgil e Uil delle lavoratrici e dei lavoratori contro la manovra del governo con scioperi e manifestazioni che nei prossimi giorni si svolgeranno in tutte le regioni italiane.
A Ivrea saremo con i sindacati al presidio di giovedì 15 dicembre davanti al Poliambulatorio “Comunità” di via Ginzburg dalle 9 alle 11.
Al governo si contesta giustamente l’iniquità di una manovra contro i lavoratori, i pensionati e i poveri, che con la flat tax e i condoni premia il lavoro autonomo e gli evasori fiscali, che taglia le tasse sulle rendite da capitale, non tassa come dovrebbe gli extraprofitti delle aziende che hanno speculato sui prezzi dell’energia, non interviene seriamente contro l’inflazione e il carovita che depredano salari e pensioni, continua a tagliare su sanità scuola e servizi, allarga le maglie della precarietà e del lavoro grigio e nero.
Sosteniamo questi scioperi perché la lotta è l’unica risposta possibile di fronte a questo governo che prosegue le stesse politiche neoliberiste di quelli che l’hanno preceduto e a un Parlamento che non fa vera opposizione o la fa su aspetti marginali delle scelte economiche e sociali (si pensi che pure dai banchi della minoranza come quelli del PD si è votato per l’aumento delle spese militari). Li sosteniamo perché tra le richieste avanzate ci sono punti che affermiamo da sempre come una riforma fiscale improntata a criteri di progressività, il recupero del drenaggio fiscale, una vera lotta all’evasione, l’eliminazione del lavoro precario, l’abolizione reale della legge Fornero e il riconoscimento del lavoro di cura e delle differenze di genere nel calcolo dell’età per la pensione, la rivalutazione delle pensioni e l’aumento delle pensioni minime a 1000 euro, una seria tassazione degli extraprofitti, il rilancio del pubblico attraverso investimenti e un piano straordinario di assunzioni, un piano per l’occupazione.
Rifondazione Comunista sarà come sempre con le lavoratrici e i lavoratori in lotta sostenendo però la necessità di dare continuità e più forza alle lotte ed evitando la ritualità degli appuntamenti annuali; che questo sia solo l’inizio del grande ciclo di lotte necessario per battere le politiche neoliberiste che, non da questa finanziaria, ma da decenni impoveriscono il lavoro, favoriscono l’aumento dello sfruttamento e della precarietà mentre scaricano i costi della guerra e della crisi che ha prodotto sui ceti popolari e arricchiscono ancora di più i già ricchi.
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