Ivrea, lo strano ‘caso’ della Cri: si va dal Papa ma toglie i Santi dal suo calendario

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In una società sempre più secolarizzata e laica magari la scomparsa dei Santi cristiani da un calendario non farà notizia. Certo è che, in alcuni ambient, può fare. quanto meno. discutere. E’ quanto sta accadendo alla Croce Rossa di Ivrea dove nel calendario del 2024, a differenza di quelli degli anni precedenti sono praticamente spariti tutti i Santi con una decisione del consiglio direttivo.

Rimangono soltanto le indicazioni di Epifania, Pasqua, Pasquetta, Festa della liberazione, Festa dei lavoratori, nascita di Henry Dunant, Festa della Repubblica, nascita del primo Comitato Cri, adozione delle Convenzioni di Ginevra, festa di tutti  Santi, Immacolata, Natale, Santo Stefano. Da notare che a parte le ricorrenze che riguardano la Croce Rossa Italiana le altre citazioni sono obbligatorie in quanto giorni festivi per tutti.

La decisione presa a suo tempo, comunque, qualche discussione tra i soci, l’ha fatta nascere, pur essendo quanto stabilito dal direttivo assolutamente legittimo e rispettoso dell’articolo 3 della Costituzione sul principio di eguaglianza.

Resta il fatto che l’associazione che ha realizzato il calendario si chiama Croce Rossa Italiana e adotta come simbolo quello della croce. E la croce, benché si ispiri in questo caso a quella svizzera, è pur sempre un simbolo universale della cristianità. Inoltre recentemente anche una delegazione della Cri eporediese, con tanto di presenza della Fanfara nazionale della Cri, è stata ricevuta da Papa Francesco. Quanto meno qualcosa di contraddittorio in tutto questo c’è.

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