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In questo giallo dello scrittore vercellese Renato Bianco, incontriamo per la prima volta il Maresciallo Assenzio, impegnato a risolvere intricate e misteriose vicende che lo impegneranno ogni volta in indagini
appassionanti.
Il suo cognome ha origini siciliane, ma evoca alla memoria l’omonimo distillato, ispirazione
dello stile di vita bohémien che ha caratterizzato la seconda metà del XIX sec., quando
prese vita il turismo elegante e culturale a Stresa.
Il maresciallo è il Comandante della Stazione Carabinieri di Stresa e, nel corso delle
avventure si troverà impegnato a risolvere complessi casi di omicidio che si svolgono tra
Belgirate e Stresa.
Questo primo volume è strutturato in modo particolare e si rivolge al pubblico più
frettoloso, che vuole arrivare velocemente al termine dell’avventura, senza rinunciare al
fascino della complessa indagine. Avremo modo di leggere quattro indagini, ciascuna con
vita autonoma, ma sono legate tra di loro dallo sviluppo delle vicende personali di
Assenzio, del quale ritraggono anche la vita privata, con le eterne discussioni con la
moglie che, suo malgrado, si trova coinvolta nelle vicende.
Anche in questa occasione, oltre alla trama del “giallo”, ci accompagnano testimonianze
dell’importanza che ha avuto questo territorio nel corso degli ultimi due secoli: l’arte con
Bistolfi, il Risorgimento con i fratelli Cairoli, il primo Yachting Club, il concorso di Miss
Italia.
Tutte le vicende storiche, sono vissute con la leggerezza di un noir nato senza ambizioni
accademiche.
In appendice, sono pubblicati due contributi completamente diversi. Non hanno nulla a che
vedere con il resto, ma sono un doveroso ricordo poco convenzionale della drammatica
vicenda del Mottarone. Se ne parla senza percorrere la vicenda, e i racconti sono di pura
fantasia. Ciò che è assolutamente reale, è il desiderio che non si dimentichi.
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