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Nelle scorse settimane l’ attuale Amministratore Delegato di Sogin Artizzu ha rilanciato l’ ipotesi, fortunatamente sventata sinora dalle lotte territoriali, di collocare il deposito nazionale per le scorie nucleari a Trino. Secondo il dirigente pubblico l’ autocandidatura voluta dal Sindaco Pane si potrebbe prendere in considerazione. visto che, sono parole sue, “l’ opposizione sarebbe stata portata avanti da una minoranza della popolazione del luogo”.
Sull’argomento interviene con una dura nota il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Alberto Deambrogio
“Trovo sinceramente sconcertanti queste affermazioni. Artizzu è dirigente di una azienda pubblica che si occupa dello smantellamento di impianti nucleari, quindi dovrebbe conoscere molto bene quali sono i criteri scientifici che stanno alla base di tali operazioni. Essi non sono continuamente aggiornabili e in ogni caso il sito in provincia di Vercelli ha caratteristiche radicalmente incompatibili con il deposito nazionale”.
“Per altri versi lo sminuire l’attività di lotta che ha avuto al centro il ruolo del comitato Tri.NO, relegandola su un terreno minoritario e quindi sorpassabile, risulta altamente irrispettoso. Ricordo qui che un intero territorio è stato coinvolto e che la giusta protesta ha coinvolto un numero molto grande di persone in più provincie. Se giocassimo al gioco dell’ oca, quel che Artizzu propone vedrebbe non solo Trino, ma l’ Italia intera tornare alla casella di partenza. Tutto ciò è semplicemente inaccettabile”.
“Bisogna respingere con forza – ha concluso Deambrogio – ogni elemento diversivo dalla via maestra per la scelta del sito nazionale in grado di soddisfare ogni criterio scientifico, di sicurezza e democratico. Da questo punto di vista occorre anche rimarcare che Artizzu prevede la conclusione del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica tra circa un anno e mezzo. Sogin ha un ruolo decisivo in tutto questo, quindi se c’è una cosa su cui dovrebbe concentrarsi è un drastico accorciamento dei tempi. Le scorie presenti in Piemonte hanno bisogno di trovare in fretta una collocazione che sia la meno inidonea possibile”.
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