Biella, la bella storia di Sebastiano e del sogno raggiunto di diventare un’etoile internazionale

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Lo scenario è spettacolare, in questo caso proprio da favola, come la storia che è stata raccontata a passo di danza a Biella. Un teatro ottocentesco da far invidia a tante metropoli, una città che si risveglia dal torpore in cui da anni è immersa, ed abbraccia uno dei suoi più giovani virgulti. Ma la storia inizia non in città ma nella campagna biellese. Un minuto ragazzo, dallo sguardo attento e risoluto sta ballando insieme ad altri sul terrazzo del castello di Bric Zumaglia. È una scena di uno spettacolo realizzato da Teatrando, una compagnia teatrale biellese che da anni porta in giro sul territorio il teatro. La scena interpretata dal biondo ragazzino insieme ai suoi amici, colpisce anche il sottoscritto, ormai avvezzo a tanti spettacoli. La determinazione e il loro impegno richiamano l’attenzione sul balletto, oscurando il castello e il panorama scenografico che si estende sotto il colle, ove si erge il piccolo maniero. Dopo lo spettacolo, incontro Sebastiano vicino al grande camino della sala nobiliare. Chiacchera con gli amici, osserva e analizza come è andata la sua esibizione davanti ad un piccolo pubblico. Nonostante la sua giovane età, appena adolescente, il suo sguardo emana la fierezza, la voglia di crescere e di sfidare il mondo. Vuole diventare un bravo ballerino, uno di quelli “arrivati”, è pronto a grandi sfide, avventure e sacrifici. Sa che la piccola provincia non può offrirgli di più, tanto meno la notorietà. Ma nel parlarmi, trovo un uomo e non un ragazzino in pantaloncini. Gli auguro ogni fortuna, consapevole di quanto sia difficile il mondo della danza in Italia. Passa qualche anno e ritrovo Sebastiano proprio su quel palco che da bambino sognava di calcare, quello del Teatro Sociale Villani di Biella. Non è solo, ma accompagnato da altri 14 ballerini provenienti da tutto il mondo. Dalla comoda poltroncina del palco centrale, osservo lo spettacolo, provando ammirazione e gioia per il miracolo che si è compiuto, un sogno si è realizzato. I giovanissimi 14 ballerini, poco più che ventenni provengono da tutto il mondo; dal Giappone, dal Brasile, dalla Svizzera alla Russia e tre bravi artisti sono italiani. La scenografia minimalista è una scelta vincente, come la coreografia studiata e realizzata dagli stessi ragazzi e coordinata da Sebastiano. Le scelte musicali non sono solo legate al balletto classico ma sono una fusione armonica di stili dove i movimento in punta di piedi, passo dopo passo contaminano lo spettatore. Talvolta lo scroscio degli applausi copre anche le parole che gli artisti di Teatrando recitano per sottolineare l’esibizione d’arte dei ballerini. (Che) viva la danza! Il nome del gala è la storia di un novello “Billy Elliot”, con i suoi drammi, le sue gioie, le sue fatiche, ma che con determinazione vince su tutto. Vince sugli stereotipi dell’immaginario collettivo sulla danza classica, vince sulle difficoltà di far comprendere che la danza non è un’ arte minore, vince sui dubbi e sulle paure. Sebastiano inizia la scuola di danza con lo Studio Danza Insieme di Daniela Tonso a Cerrione, un miniscolo comune alle porte di Biella. Ha solo 7 anni ed il balletto classico è inizialmente un gioco, trascinato dalle cuginette. Ben presto capisce che è il suo mondo e che deve diventare la sua vita. Passa la sua giovane età, mentre tutti i coetanei giocano, a studiare ballo, dalla Scala di Milano, alla scuola di Balletto di Toscana fino a Vienna, dove si diploma. Il suo primo contratto arriva a 19 anni con la compagnia della Repubblica Ceca, prima come mezzo solista e ora come solista, ossia il top. Da poco ha ricevuto anche il «Premio Thalia», come miglior interprete nel 2021 al Teatro della Boemia Meridionale per il ruolo di Alex in «Arancia meccanica». Ha voluto tornare a Biella, in quel teatro in cui sognava da bimbo di ballare. Un sogno riusciuto, ma Sebastiano da sempre modesto, torna alla sua prima scuola di danza e si mette a ballare e a chiacchierare con i bambini, coinvolgendoli con la sua passione per essa. Eccoli i bambini sul palco del Teatro Sociale, interpretano i sogni di un Sebastiano bimbo. Sono un bel gruppo, tutti attenti e pronti a prendersi gli applausi di un pubblico in delirio. Interpretano pirati che combattono e che vincono. Vincono la lotta per scelta di vita per soddisfare i propri sogni e desideri. Sono pronti anche loro a conquistare un sogno, lo stesso di Sebastiano. Lo spettacolo è terminato, due ore splendide senza interruzioni se non per i continui applausi. Sono ormai dietro le quinte tra i ballerini e i diversi operatori dello spettacolo; sono tutti fortemente emozionati per i quasi 20 minuti di applausi ricevuti. Sebastiano ha vinto, ma con lui ha vinto Federico, Eriona, Shino, Erivan, Mai, Kristýna, Maya, Ayano, Magnum, Basil, Paolo, František e Hiroto con loro la danza. Spero che l’invito di questi ragazzi di porre maggiore attenzione e investire sulla danza e il balletto nei nostri teatri sia ascoltata. Questi ragazzi ballano nel Balletto della Boemia Meridionale, nel Balletto Nazionale Ungherese, nel Balletto nazionale di Praga, al teatro di Ulm, allo Japan Contemporary Dance Coompany. Lascio il commosso e timido Sebastiano Mazzia in una città che ha scoperto di avere una nuova etoile. Sicuro che con il galà di Biella e la sua determinazione ha contribuito a promuovere e valorizzare la danza. Un merito e una medaglia che nessuno può toglierli.

Dante Paolo Ferraris

Foto Emanuele Lattarulo

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