Riceviamo e pubblichiamo
Ad un anno dalla strage di Brandizzo che costò la vita a cinque lavoratori travolti da un treno mentre sostituivano dei binari, constatiamo che nei primi cinque mesi del 2024 le vittime sul lavoro ammontano già a 369…
Un’ ecatombe ininterrotta: solo i casi più tragici riescono a rompere il muro del silenzio, alzando l’ attenzione mediatica per qualche giorno. E poi niente cambia: la politica sembra vivere su un altro pianeta e l’attuale sistema produttivo in numerosi comparti lavorativi ha reso più indifesi i lavoratori. Se poi si vanno ad approfondire gli esiti giudiziari, pare che tante morti sul lavoro siano avvolte da una dimensione di impotenza, visto che troppo spesso i responsabili, nel migliore dei casi, scontano delle pene simboliche o poco più. Basti pensare ai responsabili della tragedia della Tyssenkrupp del 2007 dove persero la vita sette operai arsi vivi. Oppure al caso Eternit, dove l’ ultimo proprietario dell’ azienda, il tedesco Schmidheiny, fu considerato dai magistrati responsabile di 392 morti fra operai e cittadini di Casale Monferrato e dintorni, per cui fu richiesto l’ ergastolo, ma alla fine dell’ iter giudiziario la pena fu ridotta a soli 12 anni. Ed ora, ad un anno dalla strage operaia di Brandizzo, a che punto è l’ iter giudiziario gestito dalla Procura di Ivrea, ovvero della Procura fra le più intasate d’Italia?
E dire che il primo articolo della Costituzione afferma solennemente che “l’ Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”. Un concetto, quello della centralità del lavoro, che fino alla fine degli anni ’70 ha consentito, tramite formidabili stagioni di mobilitazioni sociali, di strappare importanti conquiste sia in termini salariali e di migliori condizioni lavorative, sia in termini di avanzamento e di uguaglianza sociale, basti pensare alla Riforma sanitaria del 1978 tanto per citarne una. Ma negli ultimi trent’anni in particolare il vento è cambiato ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: lavori sempre più precari che alimentano insicurezza, paghe ferme da decenni tanto da classificare l’ Italia come il paese europeo in cui i salari non sono adeguati al caro vita (dati OCSE).
È ora di cambiare rotta, per un nuovo protagonismo di classe. Rialzare la testa provando a tornare alle origini del sindacato: agli inizi del ‘900 l’ organizzazione sindacale passava dalle Camere del Lavoro, ovvero degli organi di base territoriali che rappresentavano l’ insieme dei lavoratori sul territorio e non solo singoli settori produttivi, per provare ad intercettare i bisogni di un mondo lavorativo sempre più spezzettato ed anonimo.
SINISTRA ECOLOGISTA CHIVASSO invita a partecipare alla FIACCOLATA che si terrà a BRANDIZZO la sera di VENERDÌ 30 AGOSTO dalle ore 20,30 a ricordo delle vittime del lavoro.
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