di Massimo Iaretti
Sabato sera mi stavo recando a Crea, Sacro Monte patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2003, e poco prima di arrivare ho colto la bellissima immagine di un tramonto con splendidi giochi di luce e di colore e sullo sfondo le Alpi Occidentali. E queste righe mi sono state ispirate da questa immagine e scaturiscono dal fondo del cuore senza tanti se e tanti ma. Crea è un luogo che amo particolarmente, che mi è stato costante della mia vita sinora, che mi è stato molto molto vicino nella recente Era Oscura dell’emergenza sanitaria e fa il paio con Orta altro mio luogo del cuore, con tutte le suggestioni che solo quel Lago riesce a creare, come la vista sulla maestosità delle Alpi e la Valle del Po che mi ricordano d’essere e vivere in Piemonte e di essere Piemontese. Ma tutto questo rischia di finire troppo nel personale. La vista di quel Cielo infinito mi ha regalato un’emozione forte, una pace interiore, facendo dimenticare, per un momento il mondo in cui viviamo nel quale è sempre più vero ciò che i latini dicevano ossia che Homo Homini Lupus (est). In un mondo dove sembra (ripeto sembra) che edonismo, nichilismo, menefreghismo, ostentazione, violenza siano i vincitori, dove sui media la somministrazione della notizia viene ponderata sui clic e non sull’effettività, non viene forse il pensiero che è ora di fermarsi un attimo e pensare di mettere un freno a tutto ciò ? E il Natale, vissuto nel suo aspetto più intimo è forse un’occasione per tutto questo, per meditare su quanto accade intorno a noi, su quali sono i veri valori per cui lottare ? Questa, che personalmente è un’affermazione, nei confronti di tutti vuole essere soltanto un interrogativo, un invito a guardarci dentro e attorno. Infine un accenno e una considerazione sui più giovani. Ho la fortuna di essere un insegnante a contatto con loro tutti i giorni. Con loro mi confronto, a volte mi ‘scontro’ sempre in modo costruttivo, mi interfaccio, li rimprovero quando necessario. Una cosa, però, la posso dire a prescindere dai voti, dalle note o dalle lodi: i giovani NON sono vuoti, anzi spesso sono portatori di idee e di ideali che magari qualcuno che li precede in età ha perduto o messo nel cassetto. A loro voglio dire un grazie, perché il rapporto che ho con loro tutti i giorni – nella differenza di ruoli e di età – costituisce una linfa vitale ed è stato per me il più bel regalo di questi anni e una speranza per il futuro.
Buon Natale a tutti
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