Burolo, la ‘Banda’ musicale dei paesi un patrimonio della tradizione

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di Franco Cominetto, sindaco di Burolo

Dopo aver ascoltato un vecchio brano eseguito dalla banda di un Paese, il mio pensiero è andato al patrimonio “Banda”. Patrimonio della tradizione, della cultura e dell’appartenenza. La banda, come le campane, è la colonna sonora del Paese. Accompagna la vita dalla culla alla tomba, scandendone con le note i momenti più importanti. Ogni famiglia aveva un suonatore (a volte anche più di uno) e il ritrovarsi una sera a settimana a scuola di musica (accademia) era un momento per ritrovarsi, non c’erano tanti altri spazi durante i giorni trascorsi a lavorare. Un aggregazione e una passione che si tramandava di generazione in generazione. Ho avuto la fortuna di aver vissuto quei momenti. Di aver imparato con i “vecchi”, quelli che suonavano ad “orecchio”, quelli che dovevano sentire il brano due volte e poi lo suonavano senza sbagliare una nota. La “Banda”! Forse il nome rappresenta proprio il profilo più appropriato del complesso musicale. Filarmonica è troppo impegnativo, e sminuisce la caratteristica della complicità tra i componenti. Ogni Paese aveva la sua, ed era in competizione con quelle dei Paesi vicini. I concerti di S. Cecilia (Patrona dei musicisti) quelli in occasione della festa Patronale, erano gli eventi annuali, in cui si dava il meglio, sia a livello musicale, sia come impegno come musici…e finito l’impegno “istituzionale” si continuava fino ad oltranza (quando non c’era più nessuno) con i “ballabili”. Immancabili in quei frangenti erano le vettovaglie. Pane e salame, bottiglione di vino e tutto quanto passava l’enogastronomia locale. E a volte si terminava a casa di qualche musicista. Momenti ormai passati, le filarmoniche sono sempre meno. Per poter fare un servizio, si aggregano 4 o 5 complessi musicali di altrettanti paesi. Sono scomparsi i suonatori a “orecchio”, la realtà è composta da bravissimi professionisti o semi professionisti, le bande sono equiparabili ad orchestre, con tutta la strumentazione che era impensabile per una banda di 40 anni fa…Giustamente si va avanti, ma quanto mi mancano i genis e i suonatori di genis. Il corno inglese esteticamente ha un suo perché ed un suo ruolo, ma il genis è, come il trombone, il simbolo e il cuore della “mia” banda!

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