Calcio a 5, dove andrà Davide Pasca portiere del Futsal Santhià ?

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di Massimo Iaretti

MI: com’è andata questa stagione?

DP: è stata una stagione ricca di successi: una finale di coppa Italia, un secondo posto in campionato che ci ha garantito di poter giocare sempre in casa le partite dei playoff, e questo è stato un elemento fondamentale che ci ha portato alla vittoria dei playoff e alla conseguente promozione in C1. La squadra e la società sono pienamente soddisfatti dei risultati, io un pochino meno, avevamo le carte in regola per vincere direttamente il campionato senza passare dai playoff. Abbiamo comunque ottenuto il risultato e va bene così.

MI: il futuro di Davide Pasca nel Santhià o altrove, si poteva fare di più?

DP: dopo 3 anni di gioie e dolori lascerò il Santhià in cerca di un’altra società. La cosa mi dispiace parecchio, visto che sono cresciuto con molti dei ragazzi della squadra, e abbiamo vinto tanto insieme. Il Santhià è una squadra in crescita sia come società che come organico, e nei prossimi anni sicuramente sarà una realtà importante nel vercellese, ma prima di essere una società di calcio come tante, è una famiglia, in cui chiunque può sentirsi accolto. Per questo invito i ragazzi che vogliono avvicinarsi al futsal, ad andare a provare lì. Mi sarebbe piaciuto continuare a farne parte, ma ora vorrò portare la mia esperienza e i miei servigi altrove, e soprattutto vincere ancora.

MI: quanto impegna il campionato a livello personale in uno sport che a questo livello è dilettantistico?

DP: qua ci vuole una risposta diplomatica: dipende. Personalmente la prendo come un impegno professionistico. Allenarsi è fondamentale per la crescita individuale e di gruppo, senza di esso le squadre non sono altro che un gruppo di amici che gioca al campetto dietro casa, però mi rendo anche conto che ci sono persone che non la prendono così seriamente e non le biasimo. Ritengo che l’impegno preso a inizio stagione debba essere portato fino in fondo. Allenarsi, allenarsi, allenarsi sempre. Non ne ho mai abbastanza, poi diciamocelo gli allenamenti da portiere fatti con un preparatore serio, sono devastanti ma che poi produco dei risultati in partita sorprendenti! Ovviamente i sacrifici ci sono, non è semplice allenarsi con costanza per tutto l’anno 2 volte a settimana ad alti livelli, senza considerare la partita il lunedì sera anche a volte in Valle d’Aosta. Non può esserci vittoria senza sacrificio. Cuore e costanza in ogni allenamento e in ogni partita senza mai risparmiarsi, in questo credo.

MI: tu sei un portiere nato con il calcio a 5 o con il calcio ad 11?

DP: sono nato nel calcio a 5, pescato da un ottimo osservatore, che ringrazierò sempre per avermi dato l’opportunità di crescere nel calcio a 5, dai tornei estivi agli alti livelli presenti in federazione. Non amo molto in calcio a 11, lo trovo un po’ noioso soprattutto per i portieri, mi piace l’azione continua e la velocità del calcio a 5, dove tutti specialmente il portiere, sono costantemente sollecitati.

MI: prospettive per il futuro?

DP: Ora sono in contatto con alcune società per iniziare una nuova avventura dopo l’estate, ma ancora nulla di ufficiale. Non pensate però che non mi fermi, e smetta di allenarmi poltrendo al sole, assolutamente non è nella mia indole. Sfrutterò l’estate per fare allenamenti diversi dai soliti, ed essere già pronto alla preparazione estiva, per qualunque società in cui andrò a giocare, tuttavia un pezzo del mio cuore resterà al Santhià, farò il tifo per loro in C1, anche se vestirò colori diversi.

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