Crescentino, quando rimanere senza cellulare diventa un valore aggiunto

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di Massimo Iaretti

“Quale effetto ha fatto rimanere cento ore consecutive senza cellulare ? E’ stato liberatorio, bellissimo in un ambiente con persone che provenivano da Stati ed esperienze diverse. Anzi aggiungo che ti rendi conto che il cellulare ruba tanto di quel tempo, ti chiedi dove lo hai messo, se e carico e o meno,,,”. A parlare è Sara Ravarino, laureata in comunicazione e giornalismo all’Università di Parma, fortemente radicata a Crescentino (la mamma, Paola Bosso è la vulcanica docente di lettere del Calamandrei). Dal 1 all’11 luglio scorso ha preso parte a Bergolo in provincia di Cuneo ad un progetto Erasmus,  ‘Don’t Look Up !’ organizzato dall’associazione Vagamondo e finanziato dall’Unione Europea. Ad esso hanno partecipato 34 ragazze e ragazzi provenienti da molti Paesi europei: Lituania, Lettonia, Germania, Bulgaria, Georgia e soltanto 3, Sara compresa, erano italiani, tutti ospitati in un ostello ‘L’Alveare’. Filo conduttore era tutto ciò che ha a che fare con l’informazione: le news, le fake, l’intelligenza artificiale, con alcuni interessanti approfondimenti. “Con una psicologa volontaria dell’associazione – dice ancora Sara Ravarino – ad esempio abbiamo analizzato come ci si sente quando ci si imbatte in una fake, quali sono gli atteggiamenti che si tengono, come si deve reagire alla loro scoperta”. Poi la ‘missione impossibile’, suddivisi in gruppi, il video di addio ai cellulari e una lettera per il futuro quando li avrebbero riavuti. Le ore senza telefono (ma in realtà tutto il tempo del progetto) “sono stati un’occasione per conoscere culture e abitudini di Paesi lontani da noi, con un notevole arricchimento personale” prosegue Sara, dialoghi che sono stati resi possibili grazie all’inglese vera e propria lingua veicolare. L’esperienza si è conclusa con un work shop che ogni partecipante, singolarmente o in gruppo ha presentato. “Il mio – dice ancora Sara Ravarino – era Intelligenza artificiale versus i vecchi media. Si trattava di creare un’immagine, un concetto con l’intelligenza artificiale e metterlo a confronto con qualcosa che riportasse ai mezzi di comunicazione tradizionali. Per questo secondo lavoro ho utilizzato un collage di immagini tratte da riviste come Vogue e dalla qualità dell’esito l’impatto visivo dl collage tradizionale è stato migliore”. Quindi una lancia spezzata a favore dei mezzi attuali. In conclusione Sara evidenzia che “è stata unesperienza  altamente positiva in tutti i sensi che consiglio di fare anche ad altri giovani, che apre la mente e ti mette a contatto con ragazze e ragazzi che provengono da altre culture e si imparano a conoscere tante cose che altrimenti si perderebbero nella vita quotidiana”. Adesso l’aspetta un periodo di vacanza in attesa di attendere il nuovo anno scolastico e la chiamata ad insegnare.

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