Crescentino, ricordare per non dimenticare: la tragedia dell’Heysel spiegata ai ragazzi del Calamandrei

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Ricordare per non dimenticare quanto accaduto il 29 maggio del 1984 prima della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool. Questo è il senso della toccante mostra fotografica allestita nei locali dello Juventus Official Fan Club di Crescentino, in collaborazione con il Comitato di Reggio Emilia che svolto e coordinato le celebrazioni per i 40 anni dalla tragedia in cui persero la vita 39 persone allo stadio Heysel di Bruxelles causa la furia degli ‘Holligans’, i sostenitori del Liverpool e della non capacità della polizia belga.

Sarebbe stato, infatti, un dramma che si sarebbe certamente potuto evitare se fossero state prese le giuste precauzioni. A riviverlo è stato il torinese Nereo Ferlat che quella maledetta sera c’era e ha evitato per un soffio la morte.

“Era la prima volta che seguivo la Juve all’estero, siamo partiti da Torino tutti felici per la finale – ha raccontato ai ragazzi della quarta e quinta Sia dell’Istituto Calamandrei (che appartiene all’Istituto Galileo Ferraris di Vercelli, dirigente Cinzia Ferrara) accompagnati dal vice preside Alberto Averono e dal professor Samuele Savinelli – poi quella che doveva essere una festa si è trasformata in tragedia”: In silenzio, molto attenti, ragazze e ragazzi lo hanno ascoltato mentre ha rivissuto quella giornata, dopo la breve introduzione del presidente del club crescentinese, Antonio Ginipro.

Poi la parola ha lasciato al posto all’immagine: le toccanti e terribili fotografie scattate da Salvatore Giglio, all’epoca e per moltissimi anni fotografo ufficiale della Juventus che in quell’occasione, ha spiegato Ferlat “si è diviso tra il ruolo che aveva ed il dramma di uomo”.

Oltre ai 39 morti – tra l’altro non tutti juventini ma semplici appassionati ed anche irlandesi, francesi, belgi – si contarono numerosi feriti, anche gravi, e persone che, pur uscite incolumi da quella bolgia infernale, ne hanno portato i segni dentro di se. Sicuramente, per gli allievi del Calamandrei, è stata un’esperienza che non dimenticheranno facilmente. E va anche aggiunto che è stata fatta proprio il 29 maggio, giorno dell’annvoersario della tragedia.

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