Cuorgnè, Mauro Fava in piazza per il Ponte Preti e gli altri ponti della Città Metropolitana

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Il consigliere regionale Mauro Fava era giovedì in piazza a Cuorgnè per raccogliere le firme – con il gruppo consigliare di Forza Italia a Palazzo Lascaris – per raccogliere le firme a supporto dell’emendamento del senatore Roberto Rosso per inserire nel decreto mille proroghe l’allungamento dei termini per l’utilizzo delle risorse previste nel bilancio 2029 al 31 dicembre 2025. Si tratta di una strada che la Regione Piemonte aveva percorso – senza successo – e che eviterebbe a Comuni, Province e Città Metropolitana di Torino, peraltro ad oggi in netto ritardo per consentire interventi per la sicurezza di ponti in Piemonte, a partire dal Ponte Preti di Strambinello, proseguendo poi con il Ponte Borgo Revel, il Ponte, Po a Castiglione Torinese e il Ponte Po a Carignano. La raccolta firme proseguirà lunedì a Castellamonte, venerdì prossimo a Ivrea e sabato prossimo a Rivarolo, sempre in area mercatale

Con il consigliere Fava Canavesanoedintorni.it ha scambiato nell’occasione quattro chiacchiere anche a spettro più ampio della vicenda Ponte Preti

Innanzitutto perché questa petizione ?

La petizione è stata proposta a sostegno dell’emendamento che ho proposto al Senatore ROSSO, da presentare all’interno decreto mille proroghe avente la richiesta di prolungare fino al 31 dicembre 2025 la scadenza dei termini dell’utilizzo dei fondi destinati dal decreto ponti del 2019 alla progettazione e costruzione del ponte dei Preti e di tutti i ponti piemontesi che si trovano nella medesima situazione.

Ad oggi si può ancora fare qualcosa ?

Si deve fare tutto il possibile per mantenere i fondi destinati alla progettazione e costruzione del ponte Preti e di tutti ponti Piemontesi.

Non è cosa semplice vista la situazione che si è venuta a creare dopo decisione di non prolungare i termini di scadenza. Sicuramente non sarà una semplice passeggiata, come sempre ci metterò il massimo impegno per ottenere un risultato positivo, ma serve soprattutto il buon senso del governo per concedere ulteriori proroghe.

Che danno deriverebbe per il Canavese ?

Per il Canavese Occidentale, per l’eporediese, il biellese e la Valle d’Aosta è un collegamento di vitale importanza per lo sviluppo economico, il turismo, gli studenti e tutta la sinergia di servizi che viene svolta dai territori in primis quelli sanitari.

A livello più geenrale, quali sono le sue priorità per il territorio ?

La priorità senza ombra di dubbio per il canavese è la mancanza di sevizi efficienti per far crescere il nostro territorio, in questi anni come Regione abbiamo investito parecchio, perché da troppi anni siamo stati il fanalino di coda della città di Torino e la sua cintura. Il Canavese deve ritornare ad essere attraente e terra di conquista per nuovi investitori. La regione come ha fatto in questi ultimi anni farà la sua parte per supportare tutte le iniziative di sviluppo.

Come vedrebbe la nascita di una Provincia del Canavese ?

Dopo il disastro della legge Delrio vedere una nuova provincia la vedo complicata, sicuramente fosse avvenuta con la nascita della provincia di Biella, oggi la nostra situazione sarebbe diversa.

Avendo un trascorso da consigliere metropolitano mi rendo conto delle difficoltà che il Sindaco della città capoluogo possa avere nel gestire 312 comuni dell’area metropolitana, un’area suddivisa in tre fasce Torino città e la sua prima cintura, l’area pedemontana e le valli montane. Sicuramente da rivedere con urgenza. Personalmente la trovo una buona idea per la governabilità e sviluppo del Canavese, l’importante che siano prese in considerazione tutte le necessità che deve avere una provincia, e non sia solo una spartizione di poltrone”

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