Il mostro di Matteo Renzi nella recensione di Guido Michelone

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di Guido Michelone

Nel maggio scorso, un libro appena uscito sale direttamente (e inaspettatamente) al
primo posto delle classifiche dei testi più venduti: è Il mostro (Edizioni Piemme), il
saggio autobiografico che Matteo Renzi redige parlando delle vicende giudiziarie,
che coinvolgono la sua persona e i suoi familiari, da cui tutti ora risultano assolti. La
settimana scorsa il fondatore di Italia Viva annuncia la nuova edizione tascabile – con
l’aggiunta di 75 pagine inedite – de Il mostro e l’exploit è addirittura superiore al
precedente come dimostrano le presentazioni che hanno riempito di centinaia di
spettatori, da lunedì a sabato scorsi, cinque grandi teatri di Firenze, Roma, Milano,
Torino e Genova.
Come raccontare tutto questo e soprattutto come spiegare l’aggiornamento quasi in
tempo reale di un volume fortunatissimo? Semplicemente dicendo che le aggiunte
risultano doverose e necessarie sulla base di quanto accade negli ultimi sei mesi: la
stima continuamente ribadita dall’Unione Europea a Mario Draghi (voluto da Renzi a
Presidente del Consiglio), la riottenuta credibilità dell’Italia a livello internazionale,
lo sgambetto di Lega e 5 Stelle alla coalizione governativa, le elezioni anticipate
tenutesi in estate, la clamorosa, ma annunciata, vittoria della Destra con una donna
(Giorgia Meloni) a primo ministro, l’ottimo risultato del cosiddetto Terzo Polo con il
patto fra Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi, sono tutti
avvenimenti che vengono presi in considerazione nella nuovissima edizione del libro.
All’inizio, però, l’Autore replica punto per punto alle accuse rivoltegli dalla
procura di Firenze: “Non accetterò di stare in silenzio davanti a fakenews e
diffamazioni varie”; egli perciò ricostruisce in maniera lucida e al contempo accorata
il funzionamento della giustizia italiana (legata spesso a taluni organi di
informazione). E, punto dopo punto, il testo evidenzia come il pessimo uso di un
potere costituito possa distruggere la carriera e la vita di ogni singolo cittadino, non
solo di personaggi pubblici: “In questo libro racconto dei fatti. Atti e fatti. Non ci
sono commenti, suggestioni, analisi sociologiche. Ci sono dei dati di fatto che forse
vi faranno pensare”.
E infatti Renzi aggiunge: “Hanno arrestato i miei genitori con un provvedimento
subito dopo annullato, hanno sequestrato i telefonini ai miei amici non indagati,
hanno cambiato nomi nei documenti ufficiali per indagare sulle persone a me vicine,
hanno scritto il falso in centinaia di articoli, hanno pubblicato lettere privatissime tra
me e mio padre, mi hanno fotografato negli autogrill e mentre uscivo dal bagno di un
aereo, hanno controllato e pubblicato tutte le voci del mio estratto conto, hanno
violato la Costituzione per controllare i miei messaggi di whatsapp. Io non voglio
fare la vittima”.
Per questo Renzi narra ciò che è successo dicendo perché sceglie di combattere a
viso aperto contro le ingiustizie, fino a “denunciare in sede civile e penale, convinto
che la legge sia uguale per tutti”. E, dunque, non è un caso che persino un
‘avversario’ politico quale Carlo Nordio in copertina scriva: “Questo libro dovrebbe
essere studiato alla scuola superiore della magistratura”.

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