Ivrea, il retro del Carnevale: quale nesso tra la questua e la privacy

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di Maria Laura Pescatori
Come ogni anno le giornate di festa in occasione dei vari carnevali vengono precedute da quelle di intensa attività, di lavori i più disparati ed a volte anche fortemente anticipatici e poco gradevoli. A questa ultima categoria appartiene, dal mio punto di vista, “la questua” che ha lo scopo di “raccimolare” fondi per poi svolgere, finanziare, concretizzare l’attività volta a raggiungere il fine che ci si è preposti.
Dicevo “fare la questua”. Suoni il campanello e qui inizia il dilemma: c’è qualcuno in casa o sono ancora
fuori, al lavoro magari? Aguzzi l’udito: una televisione o una radio che suona: siiii c’è qualcuno, aprirà o no?
Suono di passi, alt silenzio!!! Non aprirà …. Suono di passi, alt e il rumore della chiave che gira nella toppa,
la porta che si apre: “buonasera Signora/Signore scusi il disturbo, siamo …….. il discorsetto che ci
introduce…… vorrebbe fare un’offerta?” Ansia, quasi panico: NO (la porta si richiude) – NO non siamo di
qui (la porta si richiude) – NO non ci piacciono i fagioli (la porta si richiude) – SI, un attimo prendo il
portafoglio (torna il respiro) – SI, vi aspettavo, siete in ritardo quest’anno (gioia pura) e quindi in questi
ultimi casi: “Grazie molte, le faccio la ricevuta a nome ….” E l’occhio corre al campanello: a nome ?????
Wikipedia ci dice che “questua, è l’atto di andare di porta in porta …….” e qui mi blocco e i ricordi di quelle
ore su e giù dalle scale, su con l’ascensore e giù dalle scale e porte, porte, porte …. Porte tristemente
anonime: oserei dire per l’85% anonime. Ma come è possibile che ciò accada? Ma più che altro perché?
Tutto ciò detto e cmq da questuante chiedo umilmente scusa a tutti coloro che negli anni e nei gg passati
ho, abbiamo disturbato con l’assicurazione che ……. Continueremo a farlo MA sempre a fin di bene!!!

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