di Patrizia Monzeglio
Avevamo apprezzato “Il mistero della pittrice ribelle”, uscito nel 2021, e abbiamo letto con
altrettanto piacere “La ritrattista”, che l’autrice Chiara Montani ha pubblicato a distanza di un anno
sull’onda del successo del primo romanzo.
Se amate i gialli ma siete stanchi del solito poliziotto che indaga, se apprezzare l’arte
rinascimentale e vi incuriosisce l’idea di un giallo ambientato nella Firenze del 1458 o nella Roma
del 1459, allora i libri di Chiara Montani fanno al caso vostro. In entrambi i casi la protagonista è
Lavinia, immaginaria nipote del pittore Domenico Veneziano, ma a risolvere i misteriosi omicidi
insieme a lei è chiamato niente po’ po’ di meno che Piero della Francesca.
Con la fantasia la scrittrice non solo ci regala una storia di intrighi e verità nascoste su cui si
indagano i due personaggi ma ricostruisce anche il mondo storico e quello artistico che fecero da
sfondo alla nascita di grandi opere d’arte come “La flagellazione di Cristo” o “La città ideale”.
Intorno a Lavinia e Piero della Francesca gravitano soggetti immaginari funzionali alla trama e
artisti realmente esistiti come Paolo Uccello e Leon Battista Alberti, Masaccio e Masolino, oltre che
il cardinale Bessarione e i papi Callisto III e Paolo II.
Una lettura che risponde al desiderio di evasione tipico del periodo estivo ma che invoglia anche
ad approfondire, a cercare le immagini delle opere citate per rinfrescarci la memoria e meglio
capire i particolari descritti nel romanzo, che invita a scoprire cosa c’è di vero dietro ai personaggi
storici inseriti nella trama. Si diventa così anche noi un po’ detective, divertimento nel divertimento
per chi ama il genere.
Le descrizioni dell’autrice ci fanno famigliarizzare con l’arte del dipingere affreschi e quadri ad olio,
di preparare colori e cartoni, con un’epoca che scoprì il fascino della prospettiva attraverso lo
studio dei numeri e della geometria, tutto sapientemente dosato mentre si sta cercando di scoprire
cosa c’è dietro alla morte di un personaggio. Un periodo tragico e affascinante quello in cui ci si
trova immersi: Costantinopoli è caduta e Umanesimo e Rinascimento in Italia conoscono il
massimo splendore dopo la riscoperta dei testi classici che i “dotti bizantini” in fuga dall’Oriente
avevano portato con loro.
Chiara Montani alla fine del romanzo offre al lettore una chiara indicazione di quali sono le parti
storicamente attendibili e quali sono quelle da lei ricostruite sulla base di spunti biografici o
citazioni, riportando in appendice la folta bibliografia che sta alla base del suo lavoro.
Nella conversazione pubblicata al termine del primo romanzo “Il mistero della pittrice ribelle” ,
ambientato a Firenze, l’autrice spiegava «Ho voluto raccontare una storia profondamente
compenetrata con la vita quotidiana di quegli artisti, ponendo molta cura nella ricostruzione del
clima culturale in cui erano immersi. Allo stesso tempo ho scelto però di farlo con una storia nera.
Una storia di intolleranza, ingiustizia, vendetta. (…) il lato oscuro di un’epoca che non fu solamente
aurea”.
Con “La ritrattista”, ambientato a Roma, Chiara Montani ci regala il secondo capitolo di una storia
che si fa leggere piacevolmente, catturandoci con una trama fitta di misteri e ricca di intriganti
atmosfere scegliendo il punto di vista di Lavinia, una giovane donna che «ha l’ardire di coltivare
desideri e aspirazioni in aperto contrasto con il sentire comune della sua epoca».
Letti o Riletti per Voi: ‘La ritrattista’. Piero Della Francesca torna ad indagare
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