Livorno Ferraris, Li.Fe. un anno all’opposizione: parla Matteo Capizzi

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Matteo Capizzi è il capogruppo di Li.Fe – Ascoltare Mantenere Migliorare, il gruppo di minoranza in consiglio comunale (composto anche da Federico Pizzamiglio, Ilaria Rey, Antonio Tamburelli). Gli abbiamo chiesto di tracciare un bilancio di questo inizio di legislatura

Il rapporto con la maggioranza: dialogo costruttivo o muro contro muro?

Questo primo anno di mandato è stato caratterizzato dalla totale mancanza di dialogo con l’attuale Amministrazione, che si è volutamente sottratta a qualsiasi tipo di confronto. Fin dall’inizio, noi ci siamo messi a disposizione perché riteniamo che il contraddittorio possa solo garantire scelte migliori per la nostra collettività. Non abbiamo la pretesa che le nostre istanze siano tutte accolte, ma riteniamo che, in taluni casi, avrebbero sicuramente sortito soluzioni migliori e più adeguate alle esigenze dei cittadini. La mancanza di confronto si è manifestata innanzitutto con la scarsa convocazione dei Consigli Comunali, ormai indetti soltanto per rispettare scadenze amministrative obbligatorie. Ciò sta, di fatto, impedendo alla Minoranza di poter svolgere compiutamente il proprio mandato. Per far fronte a tale situazione, nel corso di questo primo anno, abbiamo avanzato più di una decina tra interpellanze, interrogazioni e mozioni, alcune delle quali sono state sostanzialmente accolte in sede Consiliare, in quanto, con ogni evidenza, di buon senso.

Quali sono le principali esigenze di Livorno?

L’attuale Amministrazione ha indirizzato quasi tutta la disponibilità finanziaria per gli interventi di riqualificazione del Salone Polivalente e dell’area circostante, ignorando tutte le altre criticità in cui versa attualmente il paese, in particolare gli edifici storici comunali, tutti soggetti a degrado, per i quali non è stato eseguito ancora alcun tipo di intervento. Non è stata effettuata l’asfaltatura delle vie cittadine, il rifacimento e la messa in sicurezza dei marciapiedi e delle piazze del centro urbano. Nessun intervento è stato ancora previsto nelle frazioni di Livorno Ferraris, nonostante le evidenti criticità. Nessuna iniziativa è stata messa in campo, ad oggi, per favorire il commercio locale e, anzi, con lo spostamento del mercato settimanale, si sono pesantemente penalizzate tutte le attività commerciali situate, per la maggior parte, nel centro storico.

Dopo il dietrofront di Trino, ritenete che si debba tenere ancora alta la guardia sul nucleare?

Per quanto riguarda l’autocandidatura del comune di Trino Vercellese, come sito idoneo ad ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi, poi successivamente ritirata, vogliamo puntualizzare che, saputo della questione, abbiamo provveduto tempestivamente, in data 18 Gennaio 2024, a presentare una mozione che impegnasse il Comune a esprimere posizione contraria alla decisione annunciata dal comune di Trino. Abbiamo dovuto insistere affinché venisse adottata una Delibera di Consiglio Comunale, cosa avvenuta, a distanza di tre mesi, nel Consiglio Comunale del 30 aprile 2024. La nostra insistenza è stata dettata dall’esigenza di ottenere una presa di posizione ufficiale che esprimesse l’orientamento del nostro paese in merito, anche per il futuro.

Turismo e cultura, come sfruttare il patrimonio di Livorno?

In questo primo anno non abbiamo potuto apprezzare alcun incremento significativo del turismo locale, che, ad oggi, resta invariato, conteggiabile in poche decine di presenze annue, nonostante l’Amministrazione si sia premurata di far entrare Livorno Ferraris nel circuito delle terre dei Grimaldi, principi di Monaco, evento che avrebbe dovuto dare prestigio e importanza alla città natale di Galileo Ferraris, inserendola in percorsi turistici regionali e nazionali. Questo va a sommarsi alla mancanza di figure idonee che possano risollevare le sorti dei musei cittadini, elevandoli al rango di quelli presenti in altre città limitrofe, con aperture calendarizzate e costanti, e non soltanto con sporadiche visite guidate su richiesta. Va precisato, però, che a Livorno esiste una radicata forma di cultura: quella “del mangiare e del bere”, perché serate di interesse culturale – tolto il concorso letterario – sono del tutto assenti, ma manifestazioni mangerecce occupano quasi interamente il calendario degli eventi cittadini.

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