Modern Art Trio, ristampa del 1970 su vinile

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di Guido Michelone
Nel 1970 i jazzisti Franco D’Andrea (pianoforte), Franco Tonani (batteria) e Bruno Tommaso
(contrabbasso) pubblicano il disco LP Modern Art Trio, che è anche il nome del gruppo attivo dal
1967 al 1972, che, forse a causa dei cambiamenti di organico, riuscirà a pubblicare solo questo 33
giri diventano con gli anni un oggetto di culto. In copertina l’album ha pure la scritta ‘progressive
jazz’ forse destinata al pubblico giovanile che in quegli anni segue il nuovo sound chiamato prog
rock di complessi quali Premiata Forneria Marconi, Osanna, Banco del Mutuo Soccorso, Orme,
Garybaldi, Quella Vecchia Locanda, Trip, New Trolls, Area, eccetera.
Modern Art Trio però di rock non ha proprio nulla perché è jazz della più bell’acqua, come
direbbe Arrigo Polillo: oggi vede una splendida ristampa sia su CD sia per LP, grazie
all’interessamento di Angelo Mastronardi, musicista e produttore, il quale svelando ora come si
lavora seriamente nel mondo del jazz, dove spesso, si riscontra il dilettantismo di assessori,
organizzatori, presentatori, pseudo-direttori artistici, quando lo propongono dal vivo o con i
supporti fonografici.
Il mio progetto su Modern Art Trio di Mastronardi consiste quindi nel “far vivere ancora a lungo
un’opera che è alla quarta ristampa. Questo vuol dire che già con le precedenti c’è stato un rilevante
interesse da parte della critica e del pubblico. I collezionisti cercano la copia in vinile del disco, al di
là di quelli legati alla prima stampa originale. Il mio contributo è quello di un recupero in ottica
storica e filologica, di mantenere viva questa opera, e poterne dare una visione più fedele possibile
all’originale con le attuali tecniche di restauro audio e di remastering. Spero che anche le fasce più
giovani che si interessano di jazz si possano avvicinare e conoscere quest’opera. Farò in modo che
anche negli Stati Uniti e in Europa ci sia un nuovo interesse verso il Modern Art Trio”.
Modern Art Trio come disco equivale al gruppo medesimo per quanto concerne gli equilibri
interni: “Credo – riprende Mastronardi – sia un disco ‘pensato’ maggiormente da D’Andrea e
Tonani sotto un profilo progettuale ma che non ci sarebbe potuto essere senza la capacità concreta
di Bruno Tommaso di mettere in pratica con la sua preparazione ed intuito le concezioni sulle aree
intervallari su cui iniziava a lavorava Franco. Allo stesso tempo tutti e tre si esprimono in modo
sinergico nelle sezioni più free. Probabilmente nei brani dall’approccio più modale e dal drive più
postbop come ‘URW’ o la versione del classico di Gershwin ‘It Ain’t Necessarily So’ sembra
prevalere un direzione pianistica ma ascoltando con attenzione il lavoro della ritmica si scoprono
delle interessanti scelte non assimilabili ad un puro lavoro di retroguardia”.
Alla fine Modern Art Trio resta sempre un album molto attuale: “Se pensiamo – conclude
Mastronardi – alla qualità della musica e al periodo in cui è stata registrato, senza ombra di dubbio
il valore risiede nel coraggio di condurre una sincera ricerca e senza compromessi. Mi capita
giornalmente di ascoltare proposte musicali di giovani artisti che cercano di fare arte plausibile, ben
confezionata ma senza grossi rischi. Il Modern Art Trio ha cercato differenti regole di
organizzazione dei suoni per improvvisare cercando un nuovo equilibrio tra libertà ed espressione
personale e questo equivale per me a mettersi realmente in gioco e connettersi con il proprio
presente. Nel loro caso questo esperimento ha superato la prova del tempo e può offrire interessanti
punti di partenza per nuove ricerche”.
Per concludere il long-playing Modern Art Trio, nella versione in vinile, è un oggetto di pregio
ed è l’ideale per un regalo natalizio soprattutto agli appassionati di musica, senza distinzioni di
generi o stili, perché si tratta di un capolavoro di arte italiana, da considerare quale ristampa
dell’anno candidata al miglior restauro discografico.

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