di Guido Michelone
Si può parlare di estetica per il calcio? Dipende tutto da cosa si intende con il termine classico
‘estetica’: la definizione più comune è quella di una categoria che rientra in una disamina filosofica
tendente a definire e al contempo a classificare i fenomeni artistici. E se si ammette che il gioco del
pallone non rientra nel novero delle arti, si dovrebbe già subito chiudere il discorso. Tuttavia per
Immanuel Kant c’è qualcosa in più e di diverso, visto che gli parla di estetica trascendentale come
studio dei principi aprioristici dell’intuizione sensibile. In tal senso non si può non ammettere che
persino la prassi del soccer è composta da intuizioni più o meno sensibili, se confrontate ad esempio
allo svolgimento di una partita, alla tattica di un allenatore, al dribbling di un centrocampista, alla
parata di un portiere, eccetera. Tuttavia si avvertono sempre le distanze ontologiche tra una scienza o
disciplina che studia l’atto creativo e un’altra che si occupa di ‘agon’. Αγών in greco (agone) in origine
riguarda le gare non solo ginniche, atletiche, ippiche, ma anche musicali per la conquista di premi e
trofei alle Olimpiadi o in feste similari; già all’epoca l’agon diventa poetico letterario o addirittura
politico giuridico.
Dunque esiste la componente agonistica sia nello sport sia nella cultura e, in successivi periodi, essa
si incrocia con gli aspetti ludici di talune manifestazioni estetiche (ad esempio la Commedia dell’Arte
nel Rinascimento, quando non a caso a Firenze si inventa il primo giuoco del calcio), che a loro volta
hanno nell’improvvisazione un elemento fondante dal punto di vista espressivo. Il teatro è dunque la
chiave di lettura per trovare un incontro fra calcio ed estetica: non a caso gli stadi sono appunto ‘teatro’
di spettacoli – dai concerti pop, rock, jazz, classici, a melodramma, prosa, cabaret, danza – e allora
andrebbero apprezzate e rivalutate le parole del grande attore e drammaturgo Carmelo Bene quando a
un Processo del lunedì – programma cult su RAI 3 condotto dall’imbarazzante Aldo Biscardi – afferma
che oggi il teatro, cioè l’estetica tout court, è da cercare nelle partite del Real Madrid. Sempre da quella
tribuna un po’ kitsch un po’ naif ancora Bene, facendo sfoggio di una profonda cultura psicologica,
offre un’altra perla di estetica calcistica, affermando, tra i freddi sudori di Biscardi, che ogni tifoso è
potenzialmente un teppista.
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