di Guido Michelone
Inizia nel migliore dei modi, con due sold out (tutto esaurito) il Festival Mondi Riflessi che ha quale riferimento culturale il Palazzetto Bru Zane a Venezia: un pubblico cosmopolita accoglie con grandi ovazioni e meritati sismi applausi gli artisti che fra il 23 e il 24 settembre si esibiscono in altrettanti memorabili recital. Intanto va ricordato che l’associazione che porta il nome dello splendido edificio in pieno centro storico ha come nome esteso Centre de Musique Romantique Française in quanto sono i cugini d’Oltralpe a scegliere la Serenissima quale sede idonea a proporre un capitolo fondamentale della storia della musica che, oltre avere una forte identità nazionale, comprende altresì, già nel XIX secolo, numerose aperture e frequenti legami con il resto d’Europa, rapportandosi persino con territori lontani, allora considerati esotici. Del resto è quest’ultimo il soggetto del festival Mondi Riflessi che continua
fino al 27 ottobre con diversi appuntamenti imperdibili per chi ama la musica classica, il periodo romantico e l’arte in generale.
Giusto per comprendere il sostrato filosofico e intellettuale che caratterizzato le scelte del festival, occorre ricordare che tutto nasce dal fatto nella Parigi ottocentesca, quando il melodramma è un fenomeno pop (come per noi oggi il rock, il rap o la canzonetta), il pubblico che cerca nell’opera sia l’evasione sia il divertimento, viene accontentato attraverso un espediente di sicuro effetto: l’ambientazione del libretto appunto in terre esotiche o lontane. Si parte quindi da Spagna e Portogallo ‒ i cardini per esplorare il mondo, come accade tre secoli prima ‒ per arrivare in India e Giappone, transitando per l’Egitto e Arabia. Grandi compositori – Bizet, Delibes, Massé, Massenet, Offenbach, Saint-Saens, eccetera – conducono simbolicamente il pubblico lontano dalla quotidianità grazie a scenografie e costumi, ma soprattutto presentando nuove forme di seduzione e sensualità. I musicisti paiono suggerire l’“altrove”, senza peraltro
venir meno allo charme tipico dell’arte francese.
In tal senso nel concerto del 23 settembre dal titolo “Viaggio onirico” la soprano belga Jodie Devos e la
mezzosoprano belga Éléonore Pancrazi, accompagnate al pianoforte dal francese François Dumont, esplorano un repertorio, che spazia dalle pagine dimenticate ai più grandi successi degli artisti sopracitati, non senza un doveroso alla Carmen che oggi, in quanto popolarità sta soppiantando gli operisti italiani (Verdi, Rossini, Mascagni, Puccini, Leoncavallo, Bellini, Donizetti) nell’immaginario collettivo contemporanea.
Palazzetto Bru Zane a Venezia: un festival e un centro culturale aperti al mondo
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