di Paola Bosso
E che sia un sereno 2024: credo di averlo iniziato bene. Ho conosciuto – tra ventiquattro brindisi e mille auguri pronunciati e cantati – una giovane donna iraniana, così ricca nell’animo e così provata dalla vita, che nel confrontarmi con lei, mi sono sentita inerme. Come quando le parole che sanno di buoni propositi e di bontà – tipico delle feste natalizie – sono il più delle volte una parte di quelle frasi fatte che si sentono e non si ascoltano. Ho ascoltato invece lei, nella semplicità e nella frenesia di quei momenti, con l’attenzione e l’interesse per il mondo e per la vita, che ormai fanno parte della mia esistenza. Lei, che ha fatto teatro d’improvvisazione ( ed è il motivo scatenante del mio interesse primigenio ), che ha avuto coraggio e forza d’animo e d’azione, che ha fatto i conti con i propri ideali e le efferatezze del regime, che ha superato ostacoli grandissimi, teme ancora di non riuscire a trovare la strada adeguata per i suoi percorsi, sicuramente densi di curve e di difficoltà. Mi hanno colpito il suo sorriso, la gentilezza dei gesti mai costruiti ( simbolo della società consumistica a cui purtroppo appartengo, e che in ogni modo mi impegno a cambiare ), la dolcezza dei sentimenti, e il grande amore per la sua Terra. Gode del piacere di scrivere e di leggere: e ciò la fa star bene, almeno con sé stessa. Sono depositaria di una lunga storia, che porterò per sempre nel cuore. Non so se mi capiterà di incontrarla di nuovo, ma so che il suo sorriso mi rimarrà per sempre impresso. Inizio dunque questo nuovo anno con lo zaino più pesante sulle spalle, ma sempre più bello.
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