Se n’è andato Maurizio Costanzo

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di Guido Michelone

Amava, il Piemonte Maurizio Costanzo, e amava conoscerlo e visitarlo durante i frequenti inviti che riceveva per partecipar a dibattiti, convegni, tavole rotonde e soprattutto presentazione di libri, altrui e propri. E dunque, a proposito di libri, piace ricordare la memoria dell’uomo e del personaggio (regista, conduttore, drammaturgo, anchor man) raccontando brevemente quello che è il suo ultimo libro “+Smemorabilia” pubblicato nell’ottobre scorso, che rappresenta un po’ il suo testamento spirituale. Editto da Mondadori, undicesimo dei volumi con la casa di Segreta,
“Smemorabilia”, sottotitolo “Catalogo sentimentale degli oggetti perduti”, è una sorta di racconto memorialistico della propria esistenza, giacché Maurizio svela molti aneddoti, ad esempio come da bambino sfreccia sul monopattino+ (ora tornato di moda); da adolescente diventa boy-scout inerpicandosi lungo sentieri così impervi che per lui diventano in salita persino quando effettua la discesa; da giovanotto si compra addirittura una Porsche ma non riesca a guidarla perché, come statura, non arriva al volante; da autentico latin lover o seduttore compulsivo ha molte love story che a
distanza di tempo gli sembreranno incomprensibili. Svela, nel libro, anche alcuni errori e qualche appuntamento mancato, insomma le occasioni che avrebbero potuto cambiargli l’esistenza; e quindi con “Smemorabilia” pensa a un modo tutto so per raccontare tutto senza dimenticare niente, rendendo altresì giustizia a quegli oggetti materiali che la tecnologia e il progresso spazzano via talvolta in fretta, ma che spesso accompagnano la vita di generazioni (la sua fortemente). E dietro a ogni oggetto – telefono a muto, sigarette Tumac, fax, Coccoina, flipper, polaroid, cambiali, jukebox, circo equestre, eccetera – si svela la storia privata da comunicare a mo’ di confessione o rimembranza. E in tal senso se c’è un filo rosso che lega tutte queste smemorabilia, questo non può essere che la nostalgia: una nostalgia autentica che, magari senza saperlo, gli consente di redigere il libro più bello e sincero di una vita che da stamattina non
esiste più.

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