Torino arriva il caldo e parte il black out

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di Nico Colani

A Torino arriva il grande caldo e scatta il BlackOut; fino a 10mila utenze hanno segnalato
la mancanza di energia elettrica.
I disagi sono stati per tutta la popolazione, locali pubblici, metropolitana e utenti privati. A
far scattare la mancanza di energia è stato l’innalzamento delle temperature il quale, come
un comando generale, ha fatto attivare i condizionatori che a loro volta hanno messo in
crisi le centrali elettriche.
Per fortuna, i fornitori hanno potuto agire in modo tempestivo. Nella Zona di Torino Sud la
corrente è andata via più volte anche se per pochi minuti e ha messo in crisi
elettrodomestici e accessori elettrici vari.
La metropolitana si è fermata in due momenti separati, sia sugli impianti di risalita che
fermi in alcune tratte, grazie al tempestivo intervento dei tecnici GTT, i quali, in
collaborazione con Iren, hanno ristabilito la continuazione del servizio.
Nella zona di via Cibraio e nelle vie adiacenti i residenti sono stati al buio per un paio di
sere.
La problematica si estende anche nei quartieri da Mirafiori a San Paolo, fino a Venchi
Unica.
Si sa che le aziende fornitrici di energia continuano con gli investimenti per attualizzare
un’infrastruttura che in passato non era progettata per sostenere temperature alte che si
stanno verificando negli ultimi anni.
“Le giornate lunghe e il sole che scalda per molte ore a inizio estate, finiscono per rendere
difficile la dispersione del calore nel del terreno, proprio dove si trovano i cavi”. Questo è
quanto è ufficiale; in sintesi, le strutture non sono all’altezza di accogliere un consumo per
una popolazione torinese sempre in espansione, sia da stranieri che italiani.
Questo sicuramente mette in crisi impianti che non generano energia sufficiente, e
sinceramente, dare la colpa al riscaldamento globale come si continua a comunicare, deve
fare riflettere invece sulle cause reali. In primis, come già detto, centrali elettriche non
sono sufficienti, il consumo è elevato sopratutto a causa dell’aumento della popolazione, e
ci sarebbe anche anche da mettere in conto che la popolazione di questi tempi non è più
abituata alla tolleranza; al primo alito di caldo partono in contemporanea un elevato
numero di condizionatori, che come sappiamo, mettono a dura prova le centrali.
Queste sono le cause dei Black Out, un consumo in aumento e centrali che non sono
sufficienti. Perciò dare la colpa al riscaldamento globale è puramente un capro espiatorio,
in quanto dai dati di “Meteogo” pubblicamente visionabili, si attesta che l’andamento delle
temperature sono variabili come dai dati fino a 36 anni fa, dove il picco maggiore risale a
2003 e successivamente nel 2019, mentre il periodo diciamo più fresco risale al
‘89/’90/’91/’92, e successivamente nel ‘96. Per gli altri anni, se la giocano con pochi gradi
di differenza.
Tutto questo per ribadire che la filosofia “verde” sta diventando un po’ una bugia “verde”,
perdendo credibilità ogni mese che passa. I dati sono piuttosto chiari: le cause sono le
forniture delle centrali elettriche che non sono sufficienti e il consumo degli utenti privati
e di enti e aziende, superiore agli anni passati, per l’aumento della popolazione,

l’accessibilità all’acquisto di condizionatori e elettrodomestici elettrici la conversione
forzata del nostro stile di vita al “tutto elettrico”.
Pensate ad un quasi comando invisibile che unisce tutti alla ricerca del sollievo dal caldo
che mette in crisi le centrali, quindi immaginate se il parco auto elettrico fosse al 50 e 60%:
il futuro tutto elettrico diventerebbe il nostro incubo più grande, e non un’utopia in mano
al portafogli del popolo.

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