TorinoFilmFestival giorno per giorno 6

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di Patrizia Monzeglio

La presenza di Angelina Jolie al Torino Film Festival per presentare il suo ultimo film, “Without
blood”, ha attirato folle di ammiratori, i biglietti per i 750 posti disponibili sono andati esauriti in due
ore. C’è da sperare che i 750 spettatori desiderosi di vedere da vicino l’inarrivabile diva del cinema
abbiano apprezzato anche il talento della Jolie perché, con questa sua quinta opera come regista,
lo meriterebbe.
“Without blood” è la trasposizione del romanzo “Senza sangue” di Alessandro Baricco. Lo scrittore
in conferenza stampa ha dichiarato di aver ritrovato nel film esattamente ciò che aveva immaginato
scrivendo il suo romanzo, l’ambientazione e i personaggi, e questo lo ha sorpreso perché, spiega,
«La prima parte è già cinema, basta girarla. Nella seconda parte ci sono due persone che parlano
e non è cinema».
La storia è ambientata in un luogo e in un tempo non definiti, un paese dell’America Latina intorno
alla metà del XX secolo. Nonostante la guerra sia finita, si combatte ancora per via di una catena
infinita di vendette. Una bambina dal proprio nascondiglio assiste all’assassinio del padre e del
fratello ma si salva per merito del più giovane della banda che, incaricato di cercarla, non rivela la
sua presenza. Ormai adulta, la protagonista ritrova l’uomo e lo costringe a parlare di ciò che
accaduto. Nella conversazione, al tavolo di un bar, emergono dettagli che fanno percepire che
nessuno è senza colpe, nessuno è solo buono o solo cattivo.
«Il carattere di una persona è più complesso. – ha spiegato la regista – È la vita. Il film non
pretende di risolvere qualcosa, presenta solo gli essere umani, le relazioni umane. (…) Esplora
verità universali su guerra, traumi, memoria e guarigione».
Il dialogo fa emergere l’eterno problema delle guerre: l’abitudine alla violenza e il desiderio di
vendetta. Il protagonista a cui la donna chiede se tutto questo è veramente servito a creare un
mondo migliore non riesce più, davanti a lei, parlandole, a reggere la finzione di una vita, a
difendere la motivazione che giustificava tutto “Per seminare un campo bisogna prima ararlo”.
Se la scommessa era trovare le immagini giuste per le parole del libro, Angelina Jolie ci è riuscita,
con un’attenta cura delle inquadrature e lo sviluppo della storia attraverso l’uso di feedback che
raccontano l’accaduto dai due punti di vista. Il ritmo del film si adatta ai lunghi silenzi che
accompagnano i volti in primo piano dell’uomo e della donna.
Eccezionale la performance di Salma Ayek la cui espressività del volto cattura lo sguardo dello
spettatore «Penso che sia straordinaria» ha dichiarato Angelina Jolie «ci siamo conosciute alcuni
anni fa. La conoscevo a sufficienza come persona per pensare a lei per il ruolo. Non la donna che
vediamo al cinema, ma la madre, la moglie, nata in Messico».
Ha anche aggiunto «Sono da tempo fan dei libri di Baricco, ho letto il libro otto anni fa. Leggendolo
mi è subito sembrato un grande studio sulla nostra umanità, sulle relazioni». E lo scrittore torinese
scherzando ha aggiunto «È accaduta una di quelle cose magiche che accadono quando fai un
mestiere magico come il mio. Mi ha scritto una mail e per me è come se l’avesse fatto Jessica
Rabbit o Topolino, non pensavo che Angelina Jolie esistesse veramente. Mi ha scritto forse il testo
più bello su “Senza sangue” che ho mai letto nella vita, come comprensione, dolcezza,
intelligenza». All’attrice e regista, Alessandro Baricco ha consegnato il premio “Stella della Mole”.

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