di Patrizia Monzeglio
Con i suoi 86 anni, ben portati, Pupi Avati non si ferma davanti alla possibilità di realizzare nuovi
progetti, cosi come ha fatto per tutta la vita spaziando fra le diverse forme d’arte: dal cinema alla
letteratura, dalla musica alla televisione.
Al Torino Film Festival, di cui è un fedele frequentatore, è venuto quest’anno per presentare il suo
ultimo lavoro, il documentario “Un Natale a casa Croce”, accolto con affetto dal pubblico.
«Sentirsi amati alla mia età – ha dichiarato il regista – fa bene. Anche trovarsi di fronte a una sala
piena, oggi che il pubblico non ama più il cinema nelle sale».
Il documentario racconta la vita del filosofo Benedetto Croce partendo da un giorno particolare, il
Natale, festività che diventa occasione per riunire la famiglia e che il regista usa come filo
conduttore per sviluppare una narrazione composta da materiale d’epoca, testimonianze e attori
che recitano interpretando i vari componenti della famiglia Croce.
«È un docu-film, un ibrido che non avevo mai fatto, un esperimento. – ha spiegato Avati – Ho avuto
l’ausilio fondamentale della nipote di Croce, Benedetta Craveri (foto) che è stata testimone di
quello che racconto. Mi sono fatto raccontare nel dettaglio un giorno particolare, il Natale 1951».
Nel documentario emerge con evidenza come la vita privata del filosofo si sia intrecciata con i fatti
storici che caratterizzarono il suo tempo, il terremoto di Casamicciola, in cui Croce giovanissimo
perse entrambi i genitori, la prima guerra mondiale, la travagliata amicizia con Giovanni Gentile, i
difficili rapporti con il fascismo e quelli complicati con i partiti del dopoguerra.
Quello di Avati è un tributo a uno dei più importanti intellettuali del ‘900, descritto come un uomo
che affrontò il dolore per la perdita delle persone più care cercando rifugio nello studio, nella
filosofia, nella letteratura, uno studioso che con determinazione portò avanti le sue idee, cercando
di rimanere fedele ai propri principi.
In occasione della proiezione in anteprima mondiale a Torino di “Un Natale a casa Croce”, a Pupi
Avati è stato consegnato il Premio speciale Fondazione CRT dedicato alle personalità del mondo
del cinema, della cultura e dello spettacolo per la “sua capacità unica di raccontare storie che
esplorano l’animo umano”, come è scritto nella motivazione, “(…) una testimonianza che invita a
credere nel potere dell’immaginazione e del sogno, come lui stesso ama ricordare.”
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