Sono da poco trascorsi i settecento anni dalla morte di Alberto Gonzaga. Il beato Alberto Gonzaga,
per essere più precisi, che sarebbe passato il primo dicembre 1321, secondo quanto tramandano
alcune fonti. Il religioso è una delle figure insigni del firmamento della santità della diocesi di Ivrea,
e tra i numerosi beati nati o fioriti a Mantova e nel Mantovano.
Di fatto anche quell’aleatorietà che caratterizza le datazioni in questo periodo storico, sembrerebbe circoscrivere la sua scomparsa entro tale anno.
Ma, al di là di avere un Gonzaga “prima dei Gonzaga” quale vescovo eporediese, la questione è molto interessante anche per ribadire gli interessi che la nobile famiglia mantovana ebbesui territori del Canavese, oltre a quelli Monferrini (che si concretizzarono con l’acquisizione del marchesato nei primi decenni del Cinquecento).
Ma chi era Alberto Gonzaga? Era figlio di Antonio e di Richelda Petroni, nato intorno alla metà del XIII secolo. Era fratello di Corrado, detto anche Guido, che fu padre di Luigi, capostipite della dinastia di Mantova. Un terzo fratello, Federico, fu canonico della cattedrale di Mantova.
La sua vita è stata ricostruita dettagliatamente, per quanto possibile, da Isabella Lazzarini.
Entrò nell’ordine dei frati minori. Secondo le epigrafi che erano nella chiesa di S. Chiara di Ivrea, Alberto nel 1271 fu in missione, per conto di papa Gregorio X,per pacificare Guglielmo VII marchese di Monferrato con le città piemontesi sotto la dominazione angioina (fra cui anche Ivrea).
Grazie al successo ottenuto in questo incarico, fu convocato a Roma e poi, probabilmente, inviato a Costantinopoli per convincere Michele VIII Paleologo, imperatore d’Oriente, a recarsi al concilio di Lione per ricomporre la frattura fra la Chiesa romana e la Chiesa greca.
Niccolò IV poi lo nominò vescovo il 13 marzo 1289. In tale carica ebbe rapporti significativi
con Mantova e col fratello fratello Federico (negli anni precedenti presente a Ivrea come vicario del
vescovo), e numerose sono le menzioni, negli atti di investitura, delle benemerenze della casa
Gonzaga verso la Chiesa eporediese. Secondo alcuni si tratterebbe di una sorta di dominio della
famiglia signorile mantovana, ma secondo altri si tratta di un modo di rafforzare la posizione del
vescovo, rinnovando i suoi legami con la parentela originaria, e di mantenere nel Canavese una
base, almeno teorica, di influenza gonzaghesca.
Ad esempio, Verolengo e Romano furono legati a Corrado e Luigi Gonzaga. Alberto creò a Ivrea di una sorta di corte vescovile composta da familiari del vescovo, comparendo nelle carte del vescovato, altri membri della famiglia Gonzaga.
Incerta è la data di morte: certamente il suo successore, Guglielmo di Strambino, vicario e temporaneo
amministratore dell’episcopio, vede il primo documento stilato il 28 dicembre 1321, con grande
probabilità Alberto era scomparso qualche settimana prima, e la data del 1° dicembre non appare
peregrina.
Paolo Bertelli
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