Il Cyberbullismo è un crimine, un crimine che anche uccide, un crimine che può e deve essere fermato. E per fermarlo occorre che si ne è vittima si apra senza paura e vergogna perchè non deve avere paura o vergognarsi di niente e chi sa non metta la testa nella sabbia. Il messaggio, forte e chiaro, rivolto ai giovani è venuto da ‘Sconnettiamo l’odio’, incontro che si è svolto venerdì mattina a Vercelli nell’aula magna dell’Istituto Sacro Cuore, organizzato dall’Istituto di istruzione superiore Galileo Ferraris. Ad introdurre è stata la dirigente scolastica del Ferraris, Cinzia Ferrara che ha ringraziato gli istituti vercellesi presenti all’incontro con le loro rappresentanze, Una attenta disamina sulla problematica l’ha poi fatta Elena Ferrara, già Senatore e prima firmataria della proposta che poi è diventata la legge 71 del 2017 che ha normato il fenomeno. Nel suo intervento, molto bello e toccante, ha ricordato la vicenda di Carolina Picchio, la giovanissima ragazza che si tolse la vita una decina di anni fa proprio a causa di un episodio di cyberbullismo. Nel suo appassionato e coinvolgente contributo (Carolina era stata sua allieva) ha saputo toccare le corde dell’emozione di tutti lasciano poi il testimone al questore di Vercelli, Giuseppe Mariani, al capo di gabinetto della questura, Marialba Giangregorio e all’ispettore Daniele Mosso responsabile della polizia postale di Vercelli che hanno delineato l’orizzonte degli strumenti normativi e delle relative azioni di prevenzione e repressione del fenomeno. Infine Maria Cristina Cossu, avvocato e docente del Galileo Ferraris ha incentrato il suo contributo sull’esposizione id alcuni casi di cronaca relativi al cyberbullismo. L’evento è stato realizzato per la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo.
Vercelli, ‘Sconnettiamo l’odio’ un imperativo contro il cyberbullismo e le sue insidie
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