Visti o Rivisti per Voi: ‘Il Sol dell’Avvenire’ di Nanni Moretti

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di Patrizia Monzeglio

Con “Il Sol dell’avvenire” Moretti ci regala una bella storia, nella sua prevedibilità (ritroviamo il
Moretti di sempre) e nella sua imprevedibilità (non sei mai sicuro di cosa accadrà nella scena
successiva).
Come dice il regista, la Storia (quella con la S maiuscola) non si fa con i “se”, ma l’arte sì e il
cinema, la settima arte, ci regala la possibilità di vedere “come sarebbe stato se” con la potenza
delle sue immagini in movimento. Il film di Nanni Moretti tratta il tema del “se” con l’indulgente
malinconia di una generazione che si guarda allo specchio, che talvolta fatica a stare al passo con
il nuovo ma al tempo stesso sa prendere atto dei suoi limiti ed è capace di sorriderne con ironia.
Così ridiamo delle situazioni surreali della prima parte del film, ci sorprendiamo per lo sviluppo non
scontato della storia, ci commuoviamo per il finale mentre cerchiamo di identificare gli attori del
nostro cinema e teatro che hanno voluto prestare i loro volti a questo omaggio alla settima arte.
Non raccontiamo qui la storia che tante altre recensioni uscite in questi giorni hanno già
commentato, vogliamo solo testimoniare quanto bene faccia vedere un buon film italiano di questi
tempi, con la speranza che riceva i giusti riconoscimenti a Cannes, dove sarà in concorso nel
prossimo mese di maggio.
Con le loro interpretazioni convincenti e misurate Silvio Orlando, Margherita Buy e Barbara
Bobulova fanno da contorno al protagonismo di Moretti che nel recitare se stesso si mette in
discussione. Il film ci porta a riflettere su quanto sia importante nella vita l’attenzione per gli altri, la
capacità di uscire dagli schemi e dal narcisistico mondo in cui rischiamo di rimanere intrappolati
senza rendercene conto. Un inno all’amore e un inno al cinema che ci mette in guardia su come
questa forma d’arte rischi di scomparire schiacciata dalle esigenze commerciali che impongono
modelli di regia standardizzati e la violenza gratuita e feroce come scorciatoia per il successo di
botteghino. Auguriamo quindi a “Il sol dell’avvenire” di Moretti il successo che merita e se non sarà
distribuito “in 190 paesi”, come accade ai prodotti pensati per piattaforme internazionali, pazienza,
ce ne faremo una ragione, perché sarà un film che continueremo a ricordare, mentre di tanti altri
prodotti che bulimicamente divoriamo ogni giorno davanti al piccolo schermo sappiamo già che
ben poco ci rimarrà in memoria.

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