Ivrea, L’arte raccontata da Giorgio Soavi a 100 anni dalla nascita

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Dopo cento anni dalla nascita di Giorgio Soavi, la Città di Ivrea, in sinergia con l’Associazione Archivio Storico Olivetti, intende ricordarlo dedicandogli una mostra.
Per l’occasione, il Museo Civico “P.A. Garda” effettuerà un’apertura serale il giorno 30 marzo 2023 alle ore 21, con l’inaugurazione della mostra “L’Arte raccontata da Giorgio Soavi per il centenario dalla nascita”.
In anteprima assoluta, l’allestimento sarà rivoluzionario: un ologramma di Giorgio Soavi che parlerà con la sua voce al pubblico. Una vera e propria materializzazione in 3D. Una proposta sensoriale unica sia dal punto di vista tecnologico che emozionale, che potrà essere vissuta sino al 30 aprile 2023. La mostra proseguirà sino al 26 novembre 2023.
Tale mostra consentirà di illuminare, per la prima volta, la figura poliedrica di Giorgio Soavi, scrittore che entra nel mondo Olivetti dall’età di 24 anni, prima nelle Edizioni di Comunità e poi, negli anni Cinquanta, nella società Olivetti come curatore di grandi progetti legati all’arte e all’editoria.
Amico e frequentatore di riconosciuti artisti del secolo scorso, da Giacometti a Balthus, scopritore di giovani talenti nel campo dell’arte poi affermatisi anche grazie al suo istinto e intuito, da Folon a Pizzigoni, per Soavi la pittura è alimento che nutre la scrittura, impulso vitale che ci restituisce una ricchissima produzione da non critico d’arte, quale intendeva essere.
Finissimo conoscitore ed esperto delle arti grafiche, compratore onnivoro di oggetti di cancelleria e strumenti di pittura come pennelli, carte, colori, collezionista di opere d’arte e oggetti del quotidiano, Soavi ha costruito nel tempo una densa e intrigante corrispondenza con moltissimi artisti all’interno della sua straordinaria attività per la società Olivetti, nell’ambito dell’Ufficio Progettazioni Speciali. A lui si devono iniziative aziendali quali l’avvio della produzione di un’agenda da tavolo (la prima nel 1969 con gli acquerelli di Jean-Michel Folon) durata trent’anni, la nascita di una collezione di libri strenna aziendali con opere della letteratura mondiale illustrate da artisti che diventeranno noti al pubblico sulla scena internazionale (da Roland Topor a Ludmil Siskov, da Bruno Caruso a Rosario Morra), produzione di multipli, oggetti di design e opere grafiche a tiratura limitata come oggetti regalo da parte dell’azienda (dal foulard di Folon al press papier da lui stesso disegnato, dal multiplo di Theimer a quello di Mitoraj).
La mostra propone uno straordinario intreccio di oltre cento opere d’arte della raccolta Olivetti – oggi TIM – (da Theimer a Bottoni, da Mattioli aVallorz, da Marini a Ferroni, da Selden a Scalco) e scritti editi di Soavi, restituendo il valore culturale di una narrativa dell’arte di grande fascinazione anche per un pubblico non specializzato. Un rapporto, quello tra letteratura e arte, che attraverso la produzione letteraria di Soavi diviene fulcro generativo di una sorta di nuovo modello storiografico che nasce da una grande familiarità con la pittura e i pittori; un cowboy tra i pittori – così Giuliano Briganti definisce Soavi – che frequenta e sceglie a suo gusto, per dare vita a moderne “historiettes” sugli artisti del Novecento che trovano un controcanto nelle straordinarie mostre e iniziative editoriali realizzate per la società Olivetti per almeno tre decenni. E in tale senso la pittura e i pittori risultano un pretesto per dare linfa al filtro della sua immaginazione, per inventare storie, racconti, memorabili “ritrattini” di grandi artisti del secolo scorso.
Prolifica e ricca è la sua produzione letteraria e pubblicistica: alcune decine di romanzi a sfondo autobiografico (da Le spalle coperte del 1951 aIl Conte del 1983 dedicato ad Adriano Olivetti), raccolte di poesie (da 23 poesie del 1947 a poesie per noi due con disegni di Guttuso, del 1972) e una narrativa incessante nel racconto di piccole storie di decine di artisti conosciuti e amati (Giacometti, Sutherland, Folon, Balthus, tra i molti), anche attraverso prefazioni ai cataloghi di mostre e rubriche su periodici italiani (Figure sul settimanale “Epoca”, Guardando su “AD”, la rubrica Letteratura & Arti su “il Giornale”, ne sono alcuni esempi).

Nell’anno del centenario dalla nascita di Giorgio Soavi (1923-2008), la mostra muove un primo compiuto passo nello svelare al pubblico uno scrittore di frontiera, una figura di letterato ibrida nel campo della critica d’arte, uno spirito libero che prima di tutto doveva nutrire con l’arte quella insaziabile fame per la scrittura che lo ha assillato per tutta la vita, e che nell’equipaggio di quella grande “portaerei” che è stata per molti la Olivetti, ne ha connotato sul piano culturale molti progetti.

La viva voce di Soavi in “Com’è uno scrittore”, filmato curato e realizzato dallo scrittore e produttore Grytzko Mascioni nel 1967 per la Radiotelevisione Svizzera Italiana, e alcune testimonianze di artisti e amici, per la regia di Davide Maffei, impreziosiscono la prima retrospettiva in assoluto sullo scrittore, nell’anno del centenario dalla nascita e a compimento del ciclo di mostre sulla raccolta di opere d’arte Olivetti.

L’organizzazione e il coordinamento della mostra, nonché l’ideazione dell’allestimento sono stati curati direttamente da Costanza Casali, Assessore alla Cultura del Comune di Ivrea, come nelle mostre precedenti del ciclo “Olivetti e la Cultura nell’impresa responsabile”, mentre il progetto scientifico è stato curato da Paola Mantovani (Museo Civico “P.A. Garda”) e Marcella Turchetti (Associazione Archivio Storico Olivetti) ed è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione di Albertina e Michele Soavi e di molte persone che hanno lavorato con Soavi nel grande universo Olivetti e oltre i suoi confini: Rosario Morra e Gloria Vianello, Natalia Corbetta, Maurizio Bottoni, Davide Pizzigoni, Gianni Biolcati e Sidonella Vanelli, nonché del personale del museo civico, dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e dell’Archivio TIM.

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