da Vittorio Mazza, commissario per la Liguria ed il Piemonte del Partito Popolare del Nord riceviamo e pubblichiamo:
La campagna di propaganda per le prossime elezioni europee di giugno si sta
decisamente trasformando in una battaglia personalistica tra i leader di
partito. Giorgia Meloni, invocando una specie di acclamazione personale, ha
chiesto ai propri elettori di scrivere il suo nome nella scheda elettorale. Matteo
Salvini, non si candida ma propone un suo sostituto, il discusso generale
Vannacci, nuova figura carismatica del populismo nazionale. Per Forza
Italia, il segretario nazionale Antonio Tajani si candida in tutte le
circoscrizioni. Per il Partito Democratico è confermata la candidatura della
segretaria Elly Schlein, che guiderà le liste del Centro Italia e delle Isole. Un
marketing elettorale molto casalingo e poco europeo che tende ad evitare le
tematiche più gravi come quella geopolitica della guerra in Ucraina. In questi
giorni, soffiano ancor più decisamente i venti di guerra. L’elettore, con il suo
voto, dovrebbe avere la reale possibilità di scegliere tra le varie opzioni per la
cessazione delle ostilità, compresa quella diplomatica. Le elezioni europee,
invece, in Italia, si stanno trasformando in un surreale terreno di gioco per una
assoluta affermazione personale, interna ed esterna ai rispettivi partiti, visto che
questi leader, in caso di elezione, rinunceranno al seggio nel parlamento
europeo. Ma tutta questa azione di propaganda personale quali reali vantaggi
può portare al cittadino? E’ una falsa educazione quella che insegna al
cittadino a stimare l’uomo politico soltanto per il suo potere personale perché
elimina lo spirito critico in danno dei suoi concreti diritti. Dalla democrazia alla
autocrazia.
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