Operazione Sunrise, un episodio sconosciuto della seconda guerra mondiale in un libro

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di Giovanni Alpa

Il 4 maggio, a Santa Margherita Ligure, presso i locali della Casa editrice Tigulliana, l’ editore – scrittore Marco Delpino, ha presentato il suo libro intitolato “Operazione Sunrise – L’ ultimo miracolo”.

Questa è una interessantissima storia che svela il lavoro dei servizi americano, svizzero, nonché dell’ intelligence della Resistenza Italiana, per evitare, nei giorni antecedenti la Liberazione, la totale distruzione di Portofino, già precedentemente minata dalla marina tedesca, nel quadro della demenziale “Operazione Z”, ideata da Hitler per la distruzione del Nord Italia.

Negli ultimi giorni di aprile di quel 1945, a Genova, il Generale di divisione Gunther Meinhold, aveva ricevuto analogo ordine inerente alla distruzione del porto, precedentemente minato, dopo il progetto dell’Ingegner Lagomaggiore, al servizio dei nazisti. A quel punto, il Generale Meinhold, militare di scuola tradizionale e dichiaratamente cristiano, ignorò l’ ordine e si affrettò a trattare la resa al CLNAI, nelle mani di Remo Scappini. Per questo, in Germania, venne processato e condannato in contumacia, a quella pena capitale che mai sarebbe stata applicata, data la conclusione degli eventi bellici.

Non fu così per Portofino, il cui comando piazza, era stato affidato ad un tenente di vascello della Grismarine. Questo figuro, degno più delle SS che della Marina tedesca, già si era reso responsabile della strage dell’ Olivetta, in cui vennero trucidati i partigiani Abramo Bassignani, Domenico Camera, Agostino Carniglia, Emanuele Causa, Callero Cipriani,  Luigi Giovanni Costa, Carlo Della Casa, Domenico De Paolo, Carlo Faverzani, Antonio Ferrari, Otello Gambelli, Marcello Giffi, Giuseppe Golisano, Bartolomeo Maffei, Onelio Materozzi,  Alfredo Meldi, Luigi Celso Meldi, Tullio Molteni, Giovanni Odicini, Emanuele Sciutto, Cipriano Turco, Diofebe Vecchi.

Vedremo come, questo criminale nazista, riuscirà a sfuggire alla forca di Norimberga nel 1946.

Ci si chiede però, come l incarico di distruggere completamente Portofino, abbia potuto essere affidato ad un tenente di vascello, quindi, non ad un ufficiale superiore ma ad un ufficiale, il cui grado, nella Wehrmacht, era equiparato a quello di capitano.

Nulla da stupirsi se riflettiamo sul fatto che Hitler, già avesse impartito l’ordine, il 19 marzo 1945, di distruggere, in Germania, tutti gli impianti industriali, portuali ecc, con la finalità di non farli cadere in mano nemica.

A questi punti potrebbe sorgere spontanea l’ affermazione che ad Hitler, ben poco potesse importare a proposito di Portofino; nulla è di più errato.

Ad Hitler, di Portofino e quindi della sua distruzione, importava, per poter cancellare in Eva Brown, che nelle ultime ore della loro vita diventerà sua moglie, il ricordo di una vacanza felice nel 1942…

Intanto i servizi lavoravano incessantemente, non soltanto quelli tedeschi ed alleati ma anche quelli svizzeri, nella persona del Maggiore Max Waibel.

Consideriamo che la Svizzera, pur neutrale, non scambiò le rispettive ambasciate con la repubblica di Salò ma allestì un ufficio a Milano, per la gestione di reciproci affari.

I colloqui finalizzati a favorire la resa della Germania, avvennero quindi, anche fra il Maggiore Waibel, l’ emissari di Hitler in Italia, l’ obergruppenfuhrer delle SS Karl Wolff, il braccio destro dello stesso Wolff, Guido Zimmer (della Gestapo), nonché eminenti rappresentanti dell’ OSS, i Servizi segreti statunitensi.

In questi colloqui venne stabilita la parola d’ordine “Sunrise” che vedremo come avrebbe poi interrotto il Piano Z, almeno a Portofino.

Chi pronunciò tale parola d’ ordine, al cospetto del Tenente Reimers?

Non fu una leggendaria spia, né un ufficiale tedesco ma fu una distinta signora in età ormai abbastanza avanzata, la Baronessa Jeannie Watt, vedova del nobile tedesco Barone Alphonse von Mumm.

Siamo veramente alla vigilia della resa tedesca in territorio italiano e Portofino è salva.

Tale fatto evitò la presenza, presso il Tribunale di Norimberga, del Tenente Reimers che, grazie ai precedenti colloqui diplomatici, si unì alla cordata per evitare la corda… Anche Guido Zimmer che comunque, presso la Casa dello studente di Genova era stato il principale collaboratore del locale capo della Gestapo, Friedrich Siegfried Engel, condivise tale sfacciata fortuna.

Molto vi sarebbe ancora da scrivere ma forse sarà opportuno, concludere col doveroso ringraziamento alla memoria della Signora Watt von Mumm…

Il libero è reperibile scrivendo a ‘La Tigulliana’, via Belvedere 5 – 16038 – Santa Margherita Ligure (GE) o per posta elettronica: m.delpino@libero.it

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