dall’inviato Guido Michelone
Appena fuori dal meraviglioso centro storico di Firenze, la Leopolda è una ex stazione ferroviaria, tra le prime in funzione in Italia, già da metà Ottocento, grazie a Leopoldo Granduca di Toscana. Dismessa da anni e sostituita da un più moderno edificio, la Leopolda conserva però il fascino dell’archeologia industriale: e quindi, al proposito,viene restaurata e subito, nel 2010, utilizzata dall’allora giovanissimo sindaco Matteo Renzi per organizzarvi un’iniziativa diversa da tutte quelle finora svoltesi nel mondo sia politico sia accademico in Italia. La Leopolda, da allora a oggi – da poco si è conclusa la 12ª edizione – si presenta, ogni volta, per tre giorni fitti, come un laboratorio di idee dove tutti possono aderire partecipando come ascoltatori o relatori.
“Stiamo riscontrando l’attenzione di migliaia di donne e uomini che vogliono una politica innovativa” ha detto una volta Renzi e per assecondare questo legittimo desiderio popolare sa creare un incontro a metà fra il convegno, l’osservatorio, la convention, l’assemblea, dove nel corso degli anni prendono la parola leader italiani e stranieri, scienziati di chiara fama, comuni cittadini e onesti amministratori, ogni dodici mesi chiamati ad esprimersi attorno a temi assai stimolanti fin dai titoli, come per esempio: Prossima fermata Italia, Big Bang, Viva l’Italia viva, Terra degli Uomini, Diamo un nome al futuro, Il futuro è solo l’inizio, Diamo voce al merito: e dall’8 al 10 marzo 2024
Riaccendere le stelle con tanto di citazione dantesca perché il fiorentinissimo Alighieri termina ciascuna delle tre cantiche della Divina Commedia (Inferno, Purgatorio, Paradiso) con la parola ‘stelle’. Dal 2019 la Leopolda è anche il confronto diretto con i simpatizzanti di Italia Viva – nome ispirato dalla terza edizione – nuovo partito liberale, moderato, riformista, che lo stesso Renzi fonda uscendo da un Partito Democratico apparsogli sempre più grillino ed estremista.
Detto questo, è utile qui osservare come la partecipazione dei Piemontesi alla Leopolda delle ‘stelle’ risulti notevole, per impegno e qualità, a cominciare dalla componente parlamentare di Italia Viva: la Senatrice torinese Silvia Fregolent (presidente regionale Italia Viva Piemonte), il Senatore ossolano Enrico Borghi (capogruppo al Senato Italia Viva), il Sen. Ivan Scalfarotto (eletto nel Piemonte 2) e l’On. Luigi Marattin (eletto nel Piemonte 2). Per limitarsi ai ‘piemontesi’ molto apprezzati dal palco principale, sia l’intervento di Silvia Fregolent che tratta la transizione energetica tra rinnovabili e nucleare sia il discorso di Enrico Borghi su disinformazione e fake news, con esemplare disamina fra inquietanti scenari mondiali. E dal Piemonte arrivano a Firenze per collaborare ai 42 ‘tavoli’ – dove si sono dibattuti liberamente altrettanti temi di cui la vera politica dovrebbe occuparsi a fin di bene – gli esponenti locali di Italia Viva: il Vicepresidente regionale Giuseppe Genoni, i presidenti provinciali Vittorio Barazzotto (Biella), Fausto Ferrara (Novara), Francesco Hellmann (Cuneo), Angela Motta (Asti), Francesca Tini Brunozzi (Vercelli). Significativa altresì la presenza di tre sindaci, tutti al femminile: Angela Ariotti di Santhià (VC), Barbara Baino di Mongardino (AT), Marta Giovannini di Verduno (CN).
Infine, una piemontese anche fra le celebrità: in mezzo ai relatori ospiti spicca infatti il nome della Prof. Elena D’Onghia di Vercelli, da anni residente negli Stati Uniti, docente di Astrofisca all’Università del Wisconsin; la sua presenza non a caso giunge opportuna a parlare di stelle, con uno straordinario intervento di carattere scientifico- letterario: richiamandosi a un illustre connazionale, che da Firenze spiccò il volo per l’Europa sino a diventare la star della cultura rinascimentale – Leonardo da Vinci – Elena D’Onghia ricorda come il pittore della Gioconda o del Cenacolo fu anche e soprattutto uno scienziato e un inventore che, per primo, studia il volo animale e umano, progettando le prime macchine per viaggiare in cielo o fra le stelle. Leonardo, come un altro fiorentino, Galileo Galilei (menzionato altresì da Renzi) anticipa quello che oggi è realtà, con gli Americani quasi pronti a nuove esplorazione umane sulla Luna e su Marte. E l’astrofisica piemontese spiega e racconta come gli Stati Uniti, riconoscenti della creatività italiana anche in ambito tecnologico impostano un canale privilegiato bilaterale proprio con l’Italia in ambito aerospaziale, che il nostro Paese, combattendo le lungaggini burocratiche, dovrebbe subito attivare per favorire ad esempio la crescita dei giovani ricercatori e l’aspettativa di nuovi posti lavorativi. E anche per quest’anno il buon caro Piemonte il contributo alla Leopolda lo ha dato.
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