di Guido Michelone
Il Piemonte della modernità può vantare tante scuole di pittura quante forse il numero degli artisti presenti sul territorio da fine Ottocento a oggi. Quella che ora si vuole raccontare è la triste drammatica vicenda di Piero Bora nato a Chiavazza il 25 agosto 1910 e morto prematuramente, trentenne, a Monte Bregianit sul fronte greco-albanese, il 17 febbraio 1941, colpito da una pallottola nemica, mentre presta il servizio militare, richiamato durante la seconda guerra mondiale. È già famoso in vita quale pittore moderno negli anni Trenta, ma post mortem cade nel dimenticatoio con la sola eccezione del critico Bruno Pozzato che su di lui scrive il libro Piero Bora. Lettere dall’Albertina, uscito da Ramella Tipografi in Biella nel lontano 1988.
Il volume, riccamente illustrato, mette in luce un talento purtroppo rimosso, benché attualmente esista, per quanto riguarda l’arte piemontese novecentesca, una ricerca quasi ossessiva della riscoperta miracolosa, mentre basterebbe includere questo pittore nel novero degli artisti geniali ‘fuori categoria’.
Bora, oltre la mano sicura, rivela pure un sicuro talento nell’appropriarsi degli stili in voga (Espressionismo,
Postcubismo, Novecentismo), con minime concessioni al regime fascista, non senza la memoria del suo Piemonte quando ad esempio , come sottolinea lo studioso Luigi Carluccio, si osserva nei quadri che “il mondo di Piero Bora è […] il più ravvicinato che un uomo, tanto più un artista, possa concedersi: la casa, la famiglia, la terra natìa. Non c’è niente di inventato nella pittura di Piero Bora […] le fabbriche disseminate intorno a Biella, le filande oppure le risaie che stagnano ai confini della Baraggia […] in ogni momento della sua attività Piero Bora ha saputo suscitare qualche aspetto tipico del paesaggio biellese”.
Questo artista del Piemonte, nella sua pur fugace esistenza terrena, va dunque oltre il folclorismo per approdare a una visione universale meritevole di ben maggiori attenzioni rispetto alle iniziative
di dubbio gusto compiute da molte amministrazioni locali su pittori assai meno validi.
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