È partito come sempre tiepido il corso di piemontese dell’Unitre di Caluso. Malgrado il
grande impegno e la buona volontà degli organizzatori le presenze erano poche.
Purtroppo, dagli anni 60, si è diffusa la mentalità che il parlare la lingua regionale fosse un
segno di ignoranza così in tutte le famiglie l’italiano, a volte un po’ azzardato, ha fatto da
padrone. Ai nonni ed ai prozii fu proibito di rivolgersi ai bambini in dialetto giustificando
il fatto che, raggiunta l’età scolara, avrebbero avuto gravi difficoltà nell’apprendere la
lingua nazionale.
Malgrado queste tristi considerazioni e tornando al corso di Caluso, si sono aggiunte ai
“veterani” già distinti in vari concorsi con premi e riconoscimenti, due nuove presenze
molto attive che hanno dato una pennellata di fresco alla lezione.
Consola me, docente del corso, il vecchio detto “pochi ma buoni” ed ogni nuovo allievo
sarà sempre una tessera importante per un mosaico che si spera, continui ad allargarsi.
Vittoria Minetti
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