Bollengo, il sindaco Ricca sabato a Casale per il convegno sulle vittime dell’Arandora Star

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di Massimo Iaretti

Che legame c’è tra Bollengo in particolare e il Piemonte in generale con l’Arandora Star, nave battente bandiera britannica affondata da un sottomarino tedesco ne mare d’Irlanda. Delle 1550 persone a bordo, 712 erano internati civili italiani e sulle 805 vittime totali purtroppo 446 furono nostri connazionali imbarcati sul vascello, loro malgrado. In quel tragico evento a perdere la vita furono ben 9 originari di Bollengo (ci fu anche un sopravvissuto) ma le vittime piemontesi furono 60 e di queste 4 di Alice Castello (2 sopravvissuti) e poi altre di Ivrea, Chiaverano, Mathi, nel Vercelles di  Villata e Carisio, nel Biellese di Cavaglià, Cerrione, Dorzano, Mosso Santa Maria e Viverone. Si tratta di una tragedia immane sulla quale per anni è calata una fitta coltre di silenzio, ‘squarciato’ dal librodi Maria Serena Balestracci, dai romanzi di Maura Maffei, dall’impegno di Giuseppe Conti del Comitato Pro Vittime Arandora Stat di Bardi guidato da Giuseppe Conti. I 446 italiani internati civili che vi persero la vita avevano una sola colpa: vivere e lavorare in Gran Bretagna quando Mussolini dichiarò guerra al Regno Unito. Purtroppo i nostri emigrati furono considerati dai britannici i primi nemici. Li ricorderà un convegno a Casale Monferrato sabato 7 ottobre nel Salone Vitoli del Museo Civico dal tema, appunto ‘Arandora Star: nel ricordo delle vittime piemontesi di una tragedia dimenticata” al quale prenderà parte anche Luigi Sergio Ricca, sindaco di Bollengo, unico comune piemontese che ha dedicato un monumento a questi morti per troppo tempo dimenticati. E’ lo stesso Ricca a spiegare di “essere venuto a conoscenza di questa vicenda una decina di anni fa quando in un libro si voleva raccontare la storia del paese per immagini. Trovai una foto di famiglia con due genitori e un bambino in braccio e scopri che era la famiglia di Edoardo Ceresa che vive a Glasgow. Così ho scoperto di questo fatto che, effettivamente era passato sotto traccia, anche perché tra seconda guerra mondiale e guerra di liberazione Bollengo ha pagato un altro tributo di sangue. Edoardo Ceresa è il figlio del bambino in braccio nella foto che risaliva ad un periodo antecedente la guerra. Figlio e moglie vennero fatti rimpatriare prima dell’inizio del conflitto. Poi in una sorta di percorso a ritroso Antonio Ceresa, assunto all’Olivetti venne mandato a lavorare in Inghilterra e a Glasgow è nato appunto Edoardo che porta il nome del nonno. Con lui abbiamo ricostruito il fatto e, anche grazie al suo contributo, è stato inaugurato il 2 luglio 2020 il monumento ai Caduti a 80 anni dalla tragedia. Bollengo è stato un paese di emigrazione tra la fine dell’Ottocento ed il Novecento”.

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