di Ilaria Rey
Venerdì 27 Gennaio 2023, Giornata della Memoria che il comune di Crescentino ha voluto celebrare con una doppia commemorazione: prima di fronte alla lapide che ricorda Joseph Steiner e poi in piazza Caretto per la posa di una pietra d’inciampo. Sindaco, vicesindaco, assessore alla cultura, rappresentanti dell’ANPI, della Protezione Civile, della Croce Rossa, della banda cittadina, allievi e docenti delle scuole locali hanno assistito al toccante “Il silenzio”suonato davanti alla lapide posta in via Roma, ad eterno ricordo del coraggio di Joseph Steiner. Nato in Baviera, si trasferì prima a Torino, dove sposò la crescentinese Maria Chiò, e poi nella cittadina del vercellese; qui, durante i duri anni di guerra, ha contribuito alla liberazione di ostaggi trattenuti dai fascisti e dai nazisti. Il corteo si è successivamente recato di fronte al Municipio per lo spettacolo allestito dagli studenti della scuola secondaria di primo grado “C. Serra”, toccanti letture e intervalli musicali hanno contribuito ad una profonda riflessione. Gli allievi dell’Istituto “Calamandrei” hanno voluto donare all’amministrazione un cartellone realizzato con il prezioso ausilio degli insegnanti di sostegno e delle educatrici. Successivamente la parola è passata al sindaco Vittorio Ferrero, al presidente della sezione ANPI di Crescentino, Marilena Vittone, all’assessore alla cultura Antonella Dassano e al dirigente del comprensivo “C. Serra” Nunzio Faraciche, uniti, hanno ribadito l’importanza di tale manifestazione per mantenere vivo, nelle menti dei giovani studenti, il ricordo di un capitolo così doloroso della nostra storia affinché l’uomo non ricada nuovamente in una simile barbarie. L’evento si è concluso con la mostra al pubblico della pietra d’inciampo posizionata dinanzi all’ingresso dell’edificio comunale. Su suggerimento degli allievi della scuola secondaria di primo grado, è stato inserito questo prezioso tassello, seguendo l’iniziativa avuta dall’artista tedesco Gunter Demnig, negli anni 90, con l’intento di depositare, nel tessuto urbanistico e sociale, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. La pietra, ricoperta da una lamina di ottone, reca incisa una frase di Primo Levi, monito per coloro che vi “inciamperanno”a non dimenticare che “L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro
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