I gialli in ….. Bianco: ‘Delitto in gipsoteca a Casale Monferrato’

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di Renato Bianco

Scrivere un giallo è un’avventura straordinaria; un viaggio con un biglietto acquistato last
minute, anzi, neppure comprato. Conosci la partenza, ma non il punto di arrivo; sei
ansioso di conoscere cosa succederà perché sei il primo lettore della storia.
Sono uno di quelli che scrivono la sinossi per i lettori, quando il giallo è ormai finito. Non
seguo un canovaccio durante la scrittura; la storia ha un suo percorso che nasce parola
dopo parola, riga dopo riga.
“Delitto in Gipsoteca a Casale Monferrato” nasce da una serie di suggestioni
scoordinate, temi cui volevo dare parola, ma non avevano alcun genere di coerenza tra
di loro. Ecco allora che nasce una storia che può essere letta per livelli, come avrebbe
detto Umberto Eco. Ciascuno può scegliere l’approccio che gli è più congegnale, senza
perdere il senso della storia.

Tutto ha inizio nel cortile del Museo di Casale Monferrato, proprio di fronte all’ingresso
della gipsoteca. Qui, viene trovato il corpo senza vita di un cittadino tedesco. Non si
tratta di una morte accidentale, perché l’uomo ha un foro all’altezza del cuore, dovuto a
un colpo di pistola; in più, ha il volto sfigurato per i numerosi colpi ricevuti con un oggetto
contundente.
Con l’autopsia, si scoprirà che il cadavere ha un sasso in bocca; ciò riporta subito alla
mente storie legate alla mafia siciliana, ma la pietra è di granito rosa di Baveno e quindi
si dovranno necessariamente seguire altre piste.
“Delitto in Gipsoteca” è un noir psicologico, che pone un’attenzione particolare alla prima
strage di ebrei avvenuta in Italia, nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre
1943, che ha portato all’assassinio da parte di truppe delle S.S. di decine di uomini,
donne e bambini ebrei che si trovavano sul Lago Maggiore, tra Baveno e Arona. Le
vicende, che sono state raccontate in un libro dal titolo Hotel Meina, sono poi state
tradotte in un film.
In un altro livello di lettura, ci accostiamo alla storia dell’arte e, in particolare, alle opere di
Leonardo Bistolfi presenti nella Gipsoteca di Casale Monferrato, ma anche a Belgirate,
sul Lago Maggiore, dove si svolge larga parte dell’avventura raccontata nel libro.
Queste tematiche sono trattate con leggerezza, ma non faciloneria; semplicità, ma non
approssimazione.
L’obiettivo è quello di lasciare traccia di argomenti che non si possono dimenticare, con
la leggerezza che ti invoglia a leggere un libro di storie noir.
La vicenda ci porterà a scoprire perché un cittadino tedesco sia stato ammazzato proprio
a Casale Monferrato, di fronte a un’opera di Bistolfi.

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