Letti o Riletti per Voi: ‘Ferrovie del Messico’ un caso editoriale piemontese’

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Tempo di lettura:2 Minuti, 4 Secondi

di Patrizia Monzeglio

Che cosa può spingere un lettore a comprare un libro di 800 pagine, scritto da un astigiano
sconosciuto (Gian Marco Griffi), pubblicato nel 2022 da una piccola casa editrice (Laurana Editore, Milano), con un titolo piuttosto anonimo (Ferrovie del Messico)?
Noi lo abbiamo fatto sull’onda lunga di un passaparola sempre più diffuso e una serie di
riconoscimenti che hanno sottratto il libro all’anonimato, fra i più noti: “Premio Mastercard”, “Premio
Zeno, “Libro dell’anno Fahrenheit” e ora finalista del Premio Strega 2023. È stata la curiosità a
spingerci a comprarlo, chiedendoci cos’ha di tanto speciale questo romanzo, arrivato alla decima
ristampa e che qualcuno ha definito “il caso editoriale dell’anno”.
La nostra curiosità è stata ripagata dal piacere di una lettura che ci ha rapito fin dalle prime pagine,
pagine scoppiettanti di parole e di situazioni surreali che sorprendono come uno spettacolo
pirotecnico.
La storia prende avvio nella città di Asti immersa nella cupa atmosfera della Repubblica Sociale,
siamo nel febbraio del 1944, quindi ti prepari a immergerti in un mondo di drammi e sofferenze, ma
fin dalle prime righe ti rendi conto di essere di fronte a qualcosa di nuovo, un modo fresco, insolito
di narrarre. Capitolo dopo capitolo ti fai prendere dalla lettura, impaziente di vedere cosa verrà
dopo. Non sempre è una lettura facile, gli eventi non seguono un ordine cronologico e il lettore è
chiamato a lavorare su un gioco ad incastro per poter dare un senso ad eventi, personaggi e
ambientazioni in qualche modo collegati alla storia principale, quella che vede il protagonista,
Cesco Magetti, inseguire l’obiettivo di disegnare una mappa delle Ferrovie del Messico per
obbedire a un ordine che arriva dall’alto.
Ma forse non è necessario dare un senso a tutto per godere della lettura di questo insolito libro,
l’importante è lasciarsi incantare dalla fervida fantasia dell’autore che sa inventare dialoghi e
situazioni imprevedibili, alternando dramma e comicità per mostrare l’assurdità di un mondo in
guerra e di un destino che travolge le vite dei singoli.
Armatevi di pazienza per cercare i tanti termini inusuali che mostrano una padronanza della lingua
italiana a cui non siamo più abituati e per decodificare le parole gergali o dialettali che
arricchiscono la narrazione rendendola viva. Il divertimento è anche questo, uscire dallo schema a
cui ci hanno abituato romanzi scritti con un linguaggio modesto e costruiti secondo standard ormai
scontati, per entrare in un mondo nuovo, un mondo dove ti trovi a ridere da solo leggendo il
surreale dialogo fra Eva Braun e un “sagittabondo” Adolf Hitler.

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