All’alba di ieri, 26 luglio i Carabinieri del Comando
Provinciale di Cuneo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed
agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Asti, su richiesta della locale
Procura della Repubblica, a carico di 9 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo di
associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione, all’indebito utilizzo di
strumenti di pagamento ed alla falsificazione di targhe.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine,
convenzionalmente denominata “pater familias”, avviata nel dicembre 2022 dal
Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, i cui esiti
hanno permesso di comprovare l’operatività di un’associazione per delinquere
finalizzata alla commissione di furti in appartamento, all’indebito utilizzo di
strumenti di pagamento, al falso. Il gruppo criminale aveva sede operativa in
provincia di Cuneo e si muoveva agevolmente tra le province di Alessandria e
Cuneo, con una non comune padronanza del territorio.
I centri nei quali sono stati commessi i reati oggi in contestazione sono:
Alessandria, Aqui Terme (AL), Arquata Scrivia (AL), Bosio (AL), Castellazzo
Bormida (AL), Cavallerleone (CN), Cella Monte (AL), Ceresole d’Alba (CN),
Cerreto Grue (AL), Cherasco (CN), Coniolo (AL), Gabiano (AL), Magliano Alpi
(CN), Montemarzino (AL), Novi Ligure (AL), Occimiano (AL), Pasturana (AL),
Pontestura (AL), Racconigi (CN), Roccabruna (CN), Rocca Grimalda (AL),
Rosignano Monferrato (AL), Scarnafigi (CN), Terruggia (AL), Ticineto (AL),
Le investigazioni, in particolare, hanno dimostrato come gli indagati avessero
costituito un’associazione strutturata, ove ognuno degli appartenenti aveva un ruolo
e dei compiti ben definiti, avente quali finalità quella di commettere i furti e quella
di eludere, ovviamente, le investigazioni mediante la periodica bonifica da
eventuali apparati d’intercettazione delle autovetture in uso e attraverso
l’esecuzione di compiti più prettamente esecutivi quali la fittizia intestazione dei
mezzi a proprio nome. Nella commissione dei furti, i ladri operavano in una
“batteria” di tre soggetti: questi raggiungevano l’abitazione da depredare a bordo
di auto di grossa cilindrata intestate a prestanome e con installate targhe clonate, e,
in assenza dei proprietari, accedevano forzando porte e finestre, alla ricerca di
denaro e preziosi. Il dettaglio dell’uso delle targhe clonate dimostra la maniacale
cura dei dettagli con la quale i membri del sodalizio operavano: nel corso delle
indagini è stato censito l’uso di 23 targhe false che venivano apposte in luogo di
quella originale per fuorviare le indagini; queste targhe corrispondevano a modelli
di auto identici a quello in uso agli odierni associati. Allo stesso modo sono stati
osservati molteplici cambi di colore dell’autovettura, mediante la tecnica del
wrapping, ovvero mediante l’applicazione di pellicole adesive sulla carrozzeria;
anche in questo caso la finalità era quella di non rendere riconoscibile
l’autovettura. Non sono state solo queste le precauzioni che sono state accertate nel
corso delle indagini: infatti, due dei sodali erano deputati alle cd. “bonifiche”,
ovvero al controllo delle autovetture per escludere la presenza di apparati di
intercettazione installati dalle forze dell’ordine.
Nell’ordinanza notificata agli indagati viene contestata la commissione di 32 furti
che, si stima, abbiano fruttato all’incirca 200.000 Euro. Le indagini sono tutt’ora in
corso per cercare di risalire alla commissione di ulteriori fatti reato (sono almeno
20 gli ulteriori episodi verosimilmente attribuibili ai membri dell’associazione per
delinquere), da un lato, e per tentare di recuperare la refurtiva da restituire ai
legittimi proprietari, dall’altro.
Al termine dell’esecuzione dei provvedimenti, che ha visto impiegati circa 80
Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo, 5 degli arrestati sono stati ristretti
presso la Casa Circondariale di Cuneo mentre i restanti sono stati accompagnati agli
arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni. Uno solo è stato sottoposto
all’obbligo di dimora.
Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro
un’Audi Q3 RS ed un’Audi S1 utilizzate per la commissione dei furti;
un apparecchio per l’individuazione di microspie;
una paletta segnaletica con contrassegni distintivi della polizia locale;
due lampeggianti blu;
187 targhe italiane e due targhe tedesche false;
attrezzi atti allo scasso;
un set di passepartout;
8 radio ricetrasmittenti;
un apparecchio per l’individuazione di microspie;
9 parrucche.
monili vari;
6 orologi Rolex, modello Daytona;
16 bottiglie di vino di pregio;
la somma totale, in contanti, di euro 45.000.
Sono in atto ulteriori accertamenti volti a reperire elementi ulteriori, anche di segno
contrario, rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore, quindi, degli indagati, da
presumersi innocenti sino a quando non sarà pronunciata sentenza definitiva di
condanna.
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