Torino, interessante conferenza sulla storia dei movimento autonomisti piemontesi

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La realtà autonomista piemontese si è riunita sabato 25 marzo a Torino nella Sala Conferenze dell’Editrice
Nino Aragno per un incontro organizzato dalla “Fondazione Federalista per l’Europa dei Popoli”.
Il convegno “La storia dei movimenti autonomisti in Piemonte (1943-1963)” ha avuto come relatori l’On.
Francesco Speroni, il giornalista Giovanni Polli e Roberto Gremmo, direttore di “Storia ribelle”. A presiedere e moderare, l’avvocato Mario Borghezio. In conclusione, un saluto dell’eurodeputata Gianna Gancia.
Numerosi i presenti che hanno gremito la sala e vivacizzato il dibattito.
In apertura, Mario Borghezio ha spiegato come si sia partiti storicamente dalla Carta di Chivasso del 1943 e ha posto poi l’accento sull’importanza di tramandare i valori, soprattutto alle future generazioni, di
continuare a sventolare il drapò e di attuare alcune iniziative, tra le quali l’istituzione di una polizia
regionale piemontese. Si è rivolto in particolare ai tanti giovani presenti in sala “per mantenere la fiamma e lo spirito identitario”.
L’On. Speroni ha ripercorso la sua esperienza, ricordando l’UOPA, la fondazione dell’Alleanza Nord nel 1989 dalla quale è nata poi la Lega Nord, l’istituzione della Provincia di Biella quale esempio di autonomia…
Infine, l’auspicio che con l’accelerazione imposta dalla Lega al governo si possa finalmente arrivare
all’autonomia differenziata.
Roberto Gremmo si è prodigato in un lungo percorso storico a cominciare dal 1919, incentrato sulla nascita e lo sviluppo del Partito dei Contadini e del MARP (Movimento Autonomia Regionale Piemontese). Una attenta analisi ha permesso di comprendere pregi e punti deboli di questi due movimenti piemontesi, spaziando fino alla Valle d’Aosta di Émile Chanoux con il suo progetto federalista. Quella del MARP in particolare è stata una esperienza importante perché dalle sue ceneri è nato il Movimento Autonomista Occitano, fondato nel 1968 da Antonio Bodrero.
Giovanni Polli si è soffermato sull’importanza della lingua come veicolo e fondamento identitario,
sottolineando come sia il Partito dei Contadini sia il MARP facessero comizi in piemontese, sebbene non
fosse per motivi legati all’identità bensì all’utilità, perché quella era la lingua che permetteva una maggiore comprensione. Degno di nota e di riflessione l’aver ricordato come il “diritto all’insegnamento della lingua locale nelle scuole di ogni ordine e grado” fosse presente già nella Dichiarazione di Chivasso al punto “Autonomie culturali e scolastiche”. Richiamati alla memoria anche Tavo Burat, Gioventura Piemontèisa e il fatto che il piemontese nel 1997 è stata la prima lingua a essere riconosciuta da una Regione.
Tutti gli intervenuti hanno concordato che eventi come questo sono estremamente utili e che serve tornarea trovarsi, perché – come espresso in chiusura da Polli – “se non si ha coscienza di un popolo, non si può chiedere l’autonomia”.

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