Visti o Rivisti per Voi: ‘Emily’ il mondo visto con gli occhi di Emily Bronte

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Tempo di lettura:2 Minuti, 9 Secondi

di Patrizia Monzeglio

Che dire del film ”Emily”, un film che cerca di portare lo spettatore nel mondo di Emily Brontë per
poter guardare quel mondo attraverso i suoi occhi?
Sullo schermo gli occhi sono quelli grandi e profondi dell’attrice Emma Mackey, inquadrati con
abbondanza di primi piani per rafforzare il senso della “soggettiva”, occhi che osservano l’ambiente
circostante con doloroso stupore, talvolta con amore, altre volte con rassegnazione alternata a
caparbia determinazione.
“Solo gli inquieti sanno com’è difficile sopravvivere alla tempesta e non poter vivere senza”
scriveva Emily Brōnte nel suo libro “Cime tempestose” e il film diretto da Frances O’ Connor,
esordiente alla regia, racconta questa inquietudine evitando la patina levigata di certe ricostruzioni
d’interni ottocenteschi per privilegiare la quotidianità del severo ambiente protestante in cui Emily
crebbe. La giovane donna cerca rifugio nell’immaginazione e nella natura, in quei paesaggi
selvaggi dello Yorkshire capaci di accogliere chi, come lei, si sente estranea al mondo degli
uomini e alle sue regole, una natura anch’essa inquieta, flagellata dalla pioggia e dal vento e di
notte avvolta nelle tenebre.
La dinamica del film si gioca sulla contrapposizione convenzione-trasgressione, rappresentate
rispettivamente da Charlotte e da Emily, sorelle legate da sincero affetto ma in competizione fra
loro per conquistare l’interesse paterno e l’amore di un giovane curato. Il rapporto col fratello
Branwell, che annega il suo fallimento nella vita con alcool e oppio, sottolinea l’attrazione della
protagonista per la trasgressione e il legame amore-sofferenza che in modo più esasperato e
tragico troveremo descritto in “Cime tempestose”. Sulla base di queste esperienze Emily
costruisce la propria identità e scopre il proprio talento di scrittrice.
È sempre curioso vedere le scelte di regia nel mettere in scena un personaggio realmente vissuto:
privilegiare un certo angolo visuale e un periodo temporale, colmare le lacune biografiche con la
fantasia. Il film su Emily Brontë racconta una storia che è «per metà la sua vita e per metà ‘Cime
tempestose’, con l’aggiunta di qualcosa di mio» ha dichiarato la regista Frances O’ Connor in
un’intervista.
La pellicola è interessante anche se con dei limiti. Alcune scene rimangono non sufficientemente
spiegate, l’uso eccessivo dei primi piani alla lunga può infastidire e il volto di Emma Mackey,
sebbene intenso ed espressivo, pare di una bellezza troppo moderna rispetto al contesto
ottocentesco, ma forse quest’ultima è una scelta voluta per rimarcare la contemporaneità del
personaggio.
“Emily” non è un film perfetto e non è un film per tutti ma può essere apprezzato, oltre che dagli
estimatori delle sorelle Brontë, da quella fetta di pubblico che dà valore al risvolto psicologico dei
personaggi e alla dinamica delle relazioni umane.

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