Visti o Rivisti per Voi: ‘La stranezza’ incontro riuscito di cinema e letteratura

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Tempo di lettura:2 Minuti, 23 Secondi

di Patrizia Monzeglio

Siamo molto felici per i riconoscimenti ottenuti dal film “La stranezza” ai David di Donatello 2023:
premio per la miglior sceneggiatura originale, per la scenografia, per i costumi e per la produzione.
Senza nulla togliere ai meriti di altre opere premiate, consideriamo “La stranezza” il miglior film
del 2022, uno dei più interessanti fra i film italiani degli ultimi anni per l’originalità della storia e la
ricostruzione dell’ambiente e dell’epoca, una Girgenti (Agrigento) del 1920 dove Luigi Pirandello
torna per rendere omaggio a Giovanni Verga in occasione dell’ottantesimo compleanno dello
scrittore siciliano.
Roberto Andò, regista e sceneggiatore, non è nuovo a storie che riguardano la sua Sicilia e gli
scrittori che l’hanno resa celebre. Il suo film d’esordio fu infatti “Il manoscritto del Principe”, uscito
nel 2000 e dedicato alla figura di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e al suo capolavoro, “Il
gattopardo”. Il film “La stranezza” racconta invece l’immaginaria avventura di un Pirandello in crisi
creativa e del suo incontro con due strampalati attori dilettanti, occupati a mettere in scena una
commedia nel teatro locale. Durante la rappresentazione la realtà finirà con l’intrecciarsi alla
finzione stravolgendola e da questa esperienza Pirandello trarrà spunto per scrivere una delle sue
opere più importanti: Sei personaggi in cerca d’autore. Una bella storia, frutto della fantasia del
regista, che ci parla del teatro come incrocio fra vita e immaginazione e del dramma psicologico
(la stranezza) di un uomo, colto in un momento difficile della sua esistenza e del suo percorso
artistico.
Cosa ci è piaciuto del film? L’originalità della trama, l’alternarsi di scene tragiche e di altre
divertenti, il garbato modo di raccontare una storia senza strizzare l’occhiolino al pubblico con
inutili scene di nudità o di greve umorismo, come spesso accade nel cinema italiano e non solo.
Toni Servillo ci regala un Luigi Pirandello perfetto, che colpisce anche per una straordinaria
somiglianza fisica con il drammaturgo siciliano. Ficarra e Picone risultano credibili e godibili nella
loro misurata comicità, la presenza della coppia rimanda al film Kaos (1984) dei fratelli Taviani che
scritturarono Franco Franchi e Ciccio Ingrassia quali interpreti dell’episodio “La giara” tratto da un
racconto di Pirandello. Cinema e letteratura si incontrano anche nel cameo di Renato Carpentieri,
un Giovanni Verga ormai anziano, che segna il passaggio di testimone tra la tradizione verista e le
nuove tendenze letterarie del ‘900, più attente ad approfondire la psicologia e le contraddizioni
dell’animo umano.
Per tutte queste ragioni riteniamo che il film di Roberto Andò si discosti da tante altre storie più
banali e meriti il riconoscimento attribuitogli.
Parlando del suo legame con Pirandello, il regista ha dichiarato in una intervista che fu Leonardo
Sciascia a regalargli anni fa una biografia del drammaturgo: “Si rivelò una lettura cruciale e mi
consegnò una visione folgorante del labirintico intreccio di vita e arte di cui si compone il tortuoso
universo di Pirandello, una visione verso cui ancora oggi mi sento debitore”.

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