di Patrizia Montiglio
Per gli amanti di Tim Burton e Johnny Depp: scordatevi “La fabbrica di cioccolato” (2005), il nuovo
Willy Wonka interpretato da Timothée Chalamet non è così bizzarro e disturbante.
Per i nostalgici del classico “Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato” (1971) con Gene Wilder:
non è un ‘remake’, quindi aprite l’anima a una nuova storia senza perdervi in paragoni fra
“l’originale” e quello uscito quest’anno in occasione delle feste natalizie.
Il “Wonka” di Paul King con i due precedenti film, e con il romanzo per bambini di Roald Dahl
(1964), ha in comune pochi tratti ma mantiene l’intento di regalare ad una nuova generazione di
bambini una favola da ricordare e lo fa con delicatezza, freschezza, allegria, senza rinunciare allo
sfondo fantastico-storico a cui la tradizione ci ha abituato.
Le atmosfere evocate dal film sono quelle che piacciono tanto, un contesto dickensiano con
ambientazioni che a tratti ricordano “Hugo Cabret” e a tratti “Harry Potter”, a queste due pellicole il
film rimanda incentrando la storia sulla figura di un ragazzino orfano che deve affrontare le
difficoltà della vita per crescere. A Harry Potter si aggiunga un pizzico di Mary Poppins e
ritroviamo il Wonka di Paul King dotato di abilità magiche che aiutano a superare le asperità della
vita e a coronare i sogni.
Nessuno più di Timothée Chalamet poteva dare il volto e il corpo a un Wonka tenero e gentile che
si lascia facilmente ingannare ma che con generosità mette a disposizione il suo sapere per
aiutare i compagni di sventura sfruttati dai cattivi di turno. È un folletto esile che regala sorrisi e lo
fa cantando e ballando, sì perché questo film è un anche “musical” dove canzoni e danze aiutano
a movimentare la routine del racconto.
Numerosi sono gli attori noti che si sono prestati al gioco di rinnovare la trama della famosa
fabbrica del cioccolato, fra tutti Hugh Grant, Rowan Atkinson e Olivia Colman. Il film è un “prequel”
che ci racconta Wonka ai primi passi della sua carriera. Il protagonista si trova a combattere
contro l’oligopolio esclusivo di tre mercanti del cioccolato, senza scrupoli e senza morale, che
assoggettano il mondo con i loro prodotti. La vita reale entra pesante nella trama del film ma
questo i bambini non lo possono sapere e per loro, per Natale, è giusto regalare un finale in cui è
un sognatore come Wonka che riesce a vincere e a far trionfare il bene.
Realistici effetti speciali sorreggono il film e compensano la trama talvolta un po’ esile, non sono
utilizzati per dare vita a combattimenti crudeli o inseguimenti di mostri, sono espedienti che
servono a render magica l’atmosfera e a catalizzatore l’attenzione dei più piccoli.
“Wonka” esce sulla scia di una lunga tradizione che vede il cinema come luogo dove trascorrere
qualche ora con i bambini durante le feste natalizie ed è rivolto anche a quel pubblico più adulto
che conserva ancora, nell’anima e nei gusti, uno spirito un po’ fanciullesco.
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