Crescentino, la lunga giornata del professor Troiani tra il Calamandrei e il Torino Club

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Per Luigi Troiani, docente di relazioni internazionali alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino a Roma, nonché conferenziere e opinionista, è stato crescentinese per un giorno. Al mattino ha incontrato gli allievi del triennio del corso Sia-Sistemi informativi aziendali dell’Istituto Calamandrei. Argomento dell’incontro,  utile come approfondimento per gli allievi di temi a carattere storico, è stata la voglia di riscatto dell’Italia del secondo dopoguerra che ebbe una delle sue manifestazioni anche con il Grande Torino, epopea tragicamente chiusa il 4 settembre 1949 a Superga. E proprio a quell’episodio Luigi Troiani ha dedicato un romanzo verità ‘Il comandante restò sulla collina’ nel quale sia pure in forma romanzata racconta la storia vera di Pierluigi Meroni, il pilota pluridecorato in guerra che era al comando dell’aereo in quel tragico giorno. Si tratta del primo lavoro su questa figura, che ha come sfondo una famiglia, la vita, l’Italia dell’epoca. Edito per i tipi di Morrone editore, è arricchito da una introduzione del generale Mario Arpino già capo di Stato maggiore dell’aeronautica e capo di Stato maggiore della difesa, e da un contributo di Giancarlo Meroni, figlio del comandante e amico dell’autore. I ragazzi , oltre ad aver seguito con attenzione il relatore gli hanno anche rivolto diverse domande interagendo con lo stesso

Nel tardo pomeriggio, dopo una breve puntata a Crea e Casale Monferrato, Troiani ha parlato del libro in un partecipato incontro che si è tenuto nella sede del Torino Club di Crescentino, a cura dello stesso sodalizio e di Canavesanoedintorni.it Qui i lavori sono stati introdotti dal presidente del Club, Adriano Matta, poi è intervenuto Massimo Iaretti, direttore di Canavesanoedintorni.it lasciando successivamente la ‘palla’ all’autore che ha avuto molta attenzione dai presenti tra i quali il sindaco di Crescentino, Vittorio Ferrero, Paola Bosso docente del Calamandrei al cui padre è intitolata la sede  e Franco Ossola, che porta il nome del padre caduto a Superga. La conferenza ha dimostrato quanto sia ancora vivo oggi il ricordo della squadra, entrata quel maledetto giorno nella leggenda e come non sia ancora chiaro cosa sia effettivamente successo perché l’aereo, guidato da un pilota di grandissima esperienza, sia finito contro la collina. “Ci sono state inchieste ma – ha detto Troiani – non sono disponibili o rintracciabili le risultanze. Il prossimo anno, in cui ricorre il 75esimo anniversario della tragedia, potrebbe essere l’occasione per chiedere con forza che vengano esibite da chi eventualmente le abbia”, concetto ripreso sia da Iaretti per cui ‘il Grande Torino è un patrimonio dell’intera Italia” e da Ganni Firera, direttore editoriale della Morrone, che ha esortato i club granata a fare passi in questa direzione.

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