Vercelli, il romanzo di Guido Michelone al Circolino Isola venerdì

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Venerdì 19 aprile alle ore 18.30 presso il salone del Circolino del rione Isola di Vercelli, lo scrittore Franco
Ricciardiello presenta “Amare l’amore” il nuovo romanzo di Guido Michelone, intellettuale assai noto per la saggistica musicale riferita ai mondi del jazz, del pop e del rock, benché l’attività letteraria faccia parte di un bagaglio assai ricco, comprende già otto romanzi, una raccolta di poesia e una di atti unici teatrali.
Nel nuovo libro “Amare l’amore” Guidop Michelone raccoglie una cinquantina di racconti, brevi e lunghi – perlopiù in editi, tranne cinque già usciti su giornali e riviste – concepiti nell’arco degli ultimi dieci anni, ma rimasti nel cassetto per decisione dell’autore medesimo. Ora, letti tutti di un fiato, i cinquanta brani appaiono quali capitoli di un solo romanzo compatto, che ha per protagonista l’amore, a sua volta decuplicato in ogni possibile variante sia formale sia contenutistico. Infatti, nel libro, si può leggere l’amore quale dramma e tragedia, gioia e dolore, ma anche slancio romantico, affettivo, comico, imprevisto, esistenziale con atteggiamenti via via erotici, sensuali, addirittura pornografici. Il tutto è reso possibile da uno stile di proposito esplosivo, in grado di suscitare fortissime emozioni, dal riso al pianto, dalla rabbia alla simpatia: e Guido Michelone riesce nell’intento grazie a una ricerca persino avanguardista sulla parola, sul lessico, sulla frase, sull’alfabeto, com’è del resto precipuo a un romanziere – già con otto
titoli alle spalle tra romanzi e racconti – che sta traversando con estrema originalità la letteratura sperimentale dell’ultimo quarto di secolo.
Intervistato alla fine del libro dal critico casale Gian Nissola sulla genesi del testo, l’autore ribadisce che “Amare l’amore” nasce da un dato di fatto: “Avevo pubblicato, in questi ultimissimi anni, alcuni racconti, dunque già usciti su giornali, riviste, antologie, ma che meritano di stare tutti assieme sotto l’ala protettrice dello stesso autore, ovvero il sottoscritto. Nasce assieme a moltissimi altri racconti inediti, ancora scritti a penna o a matita, che giacevano in un paio di cartelline. Recentissimi, non sono datati, e ora non saprei datarli, anche perché vorrei che risultassero e fosse letti e concepiti quale unicum, cioè una stessa opera, che è nuova, integra, omogenea: oltretutto dal punto di partenza alla
consegna del dattiloscritto all’editore, stimolato forse dall’idea di farne un libro, ne ho aggiunti altri, scritti
appositamente”.
E riguardo al cosiddetto filo conduttore del libro Guido Michelone ribadisce: “Ho scelto tutti brani che avessero come tema o soggetto l’amore, declinato in ogni maniera possibile e immaginabile. Sono scritti tra loro diversissimi anche per lunghezza o brevità, ma in tutti compare appunto l’amore via via materializzandosi in desiderio, nostalgia, sentimento, ricordo, sesso, erotismo, sensualità, pornografia, scherzo, inganno, da parte di giovani, adulti, anziani, uomini, donne, persone via via ricche, povere, famose, sfortunate, credenti, atee, politicamente coinvolte o lontane da fedi e ideologie. C’è di tutto o quasi. Ho usato, come spesso mi accade nelle opere letterarie (e in parte anche saggistiche) registri espressivi assai eterogenei, dal lessico alla grammatica, dalla frase alla parola, dal costrutto sintattico all’intero edificio verbale-comunicativo. Per me è una cosa normale o naturale: non riesco a fare narrativa
mainstream o letteratura popolare di genere o d’autore”.
Presi singolarmente, i capitoli di “Amare l’amore” possono vantare molte ascendenze, non solo per i nomi dei personaggi (che si richiamano a figure storiche o letterarie), ma anche per le molte tipologie di prosa adottata. E a tale proposito, l’autore precisa: “Non sono lo scrittore romantico invasato che scrive di getto e poi non corregge nulla. Non sono nemmeno quello che possiede un unico registro di scrittura. Alcuni brani possono anche essere letti quali parodie di un genere o di un format. Certe volte faccio il verso a un articolo di cronaca nera o un romanzo noir o ancora a un feuilletton scontato. Mi piace giocare con la letteratura e mi diverto anche con il registro comico anche se far ridere con la parola scritta è la cosa più difficile di questo mondo”.

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